Vi presento mamma Bettina,
Bettina si è presentata a me attraverso la pagina facebook io e la dislessia.
La prima cosa che ho pensato è stata: “finalmente una mamma con gli attributi!”
È molto informata sulla dislessia, e attraverso sua figlia ha scoperto un mondo.
Ho potuto imparare molte cose da lei, perchè si sa, i genitori sono in prima linea nella vita di un bambino dislessico.
Ma è necessario che siano genitori CONSAPEVOLI di cosa sia la dislessia, e questo è il caso di Bettina.
Vorrebbe condividere le sue storie in più puntate.
Quindi vi lascio alla prima della serie 🙂
Buon divertimento
Se hai un figlio dislessico sei davanti ad un modo straordinario di ragionare.
Se non perdi parte del tuo tempo a capire cosa è la dislessia, neghi a tuo figlio la possibilità di esprimere se stesso e le proprie capacità anche geniali.
Se ti senti infelice perché hai un figlio dislessico, non meriti di avere al tuo fianco tanta intelligenza.
(B.B.)
IL CD e la PIZZA
- è sempre stata brillante in tutto. All’età di sei anni coniugava in maniera perfetta tutti i verbi che di solito i bambini storpiano. C. cantava, ballava, rideva e non ha mai disdegnato nei suoi giochi il pallone e le macchinine del fratello. C. poliedrica, interessata alla natura, ai suoni e ai ritmi. A sette anni non scriveva correttamente; troppi errori nei suoi temi, le stesse parole scritte in almeno 5 modi differenti (autotrasportatore= autosporare= autosportore=attosortatore….). Per calcolare usava le dita. La lettura dell’orologio era un mistero; le sequenze di stagioni, mesi sul calendario erano un muro invalicabile. C. detestava i compiti di scuola.
Aveva una passione smisurata per i libri di narrativa presi dalla biblioteca. C. amava passare ore in biblioteca, io la accompagnavo, guardava, sfogliava, sceglieva un libro e lo portava a casa. Iniziava a leggerlo. Dopo qualche giorno mi diceva che quel libro non andava bene per lei. E tutto si ripeteva come la prima volta. Decine di visite alla biblioteca.
- cercava da sola all’età di 6 anni un libro che avesse qualcosa di speciale, un tipo di carattere e di impostazione che andasse bene per lei. Non lo trovava.
Feci il mio primo viaggio in classe dalle insegnanti quando C. aveva circa 7 anni per dire che non era possibile che C. scrivesse a quel modo, doveva esserci una ragione. La risposta era sempre la solita: “è intelligente, molto, ma deve lavorare di più. Leggere un testo almeno 10 volte, studiare nel doposcuola le tabelline”. E così iniziarono le X sui libri, una X per ogni volta che C. leggeva un brano. Iniziarono le schede di recupero per le tabelline, da fare a casa. C. faceva molta fatica e odiava quelle schede. Le odiavo anche io. Le maestre cominciarono ad odiare l’atteggiamento di C.
Problema 1. Calcola l’area del CD, conoscendo il raggio.
Una bella immagine di un CD e del suo raggio era disegnata nel libro di geometria.
- non svolge il compito e dice che non si può fare.
L’insegnante ride e chiede perché.
- risponde che manca un dato. Il comando non specifica di quale cerchio si deve calcolare l’area. Il CD contiene 2 cerchi, quello esterno e il buco nel mezzo. Anche quello è un cerchio dello stesso CD.
Voto 5.
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Problema 2. L’ immagine di una pizza sul libro di matematica. Frazioni. 1/5, 4/5, 3/5.
Scegli la frazione che consente di mangiare più pizza.
- sceglie 1/5. La maestra dice “è sbagliata!”. C. dice di no e spiega il perché.
“Dividere la pizza in tanti 1/5 permette di fare tante fette di pizza, di finirla tutta e di far mangiare più persone”. Voto. 5.
Fu davanti a questi due problemi che io pensai che C. aveva un altro modo di ragionare e pensai che questi ragionamenti non erano sbagliati, ma acuti e di grande intelligenza.
Feci due ricerche in internet e capii che C. poteva essere dislessica. I test successivi lo confermarono in pieno. Dislessia, discalculia, disortografia.
(segue…)
Clicca qui per il racconto numero 2
Benny e Bettina 😉
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