L’angolo di mamma Bettina #3: “la voglia”

C’è veramente da divertirsi con le storie di C. e mamma Bettina.

Il racconto che segue mi ha riportato indietro nel tempo, alle mie difficoltà ed al mio modo di affrontare la scuola.

Buona lettura 🙂

La voglia.

Ho incontrato un’altra mamma. Mi racconta che suo figlio è vero che è dislessico, ma il suo problema è che NON HA VOGLIA di studiare.

Anche questo è un genitore che non SA cosa è la dislessia.

Quando incontro questo tipo di genitori, mi rattristo per i loro figli.

Ma cos’è questa voglia? Come si fa ad averla? Dove si va a prenderla?

  • scrive un tema. Non si contano gli errori di ortografia, le omissioni. La suddivisione delle sillabe è un optional. Non si dovrebbe andare a capo sul rigo in questo modo: interruz-

-ione.  C. però ci va.

Il contenuto è ricco di riflessioni, conclusioni personalizzate e riferimenti alla realtà delle cose.

La maestra dice che c’è da lavorare tantissimo. C. deve concentrarsi sulla scrittura, cercare di correggersi e diminuire gli errori perché quando vuole lo sa fare.

A casa ci alleniamo. C. mi dice che non ha voglia di scrivere.

“Proviamo!”, rispondo.

Inizia a scrivere cosa ha fatto il finesettimana, stando molto attenta a mettere bene insieme le lettere, poi le parole, poi i verbi.

“Questo week end sono stata a casa!”. FINE

Mi viene da ridere a crepapelle, perché non è vero. C. è uscita con degli amici ed è andata al parco a giocare a pallone. “Tutto qui?”, chiedo.

“Sì…”, dice lei, “…se scrivo tutto quello che ho fatto non posso controllare gli errori.”.

E’ per questo che non hai voglia?

  • fa una faccia strana, ci pensa e risponde di sì. “Sì, devo stare attenta a troppe cose e mi passa di mente quello che voglio dire”.

Allora dico a C. di scrivere come le pare, di raccontare e di non stare dietro alle parole.

  • fa un testo di due pagine scritte a mano. “Descrive il tempo, che c’era il sole, descrive gli amici con cui è uscita, descrive la partita di pallone, che avevano sete e racconta anche dell’acqua fresca che usciva dalla fontana. Conclude che gli amici sono importanti e che correre all’aria aperta fa bene.”

Questo sì che è un bel tema! C. batte le mani dalla felicità. Lo fa spesso quando è contenta.  Suggerisco a C. di tenere fede al contenuto e non alla forma. Meglio un contenuto ricco e interessante che una bella forma e un contenuto vuoto, misero, senza senso.

Il giorno dopo in classe quando la maestra chiede: “Chi ha voglia di venire a scrivere alla lavagna?” C. alza la mano (non lo aveva mai fatto) e va a scrivere. Le viene dettato un testo. C. scrive con il suo modo. Alcuni compagni si lamentano e sostengono che C. non è capace di scrivere.

Si volta e risponde loro: “Il problema è vostro che non sapete leggere quello che io scrivo. Fatevi venire la voglia!”.

(…segue)

Vi faccio una domanda:

Quanto è importante che i genitori sappiano cos’è la dislessia?

Quando avremo dei genitori consapevoli, avremo anche dei figli più sicuri in grado di rispondere come C. : “fatevi venire la voglia!

Un grande saluto a Bettina

Clicca qui per leggere il racconto n. 4

Benny

12 pensieri riguardo “L’angolo di mamma Bettina #3: “la voglia””

  1. Tutti troppo buoni! Grazie per la simpatia verso i miei brevi racconti ispirati dall’esperienza vissuta come madre di C. Episodi davvero accaduti. In realtà io sono mossa dall’orgoglio di avere una figlia dislessica (anzi… ne avrei due, uno è BES). Faccio il dovere di genitore. Capire, supportare e fornire quanto serve all’autonomia. Sono troppi i genitori che si piangono addosso per avere un figlio dislessico. Dovrebbero invece informarsi bene di come funziona il cervello di un dislessico. Forse smetterebbero di piangere e altri… di ridere.
    Benny mi ha concesso lo spazio nel suo blog. Io gliene sono grata. Un saluto.

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  2. Scusa, ho qualche problema di connessione. Cmq, si… le persone come lei dovrebbero sempre essere messe in evidenza. La sua capacità di comprendere, rispettare e amare sono una carezza. Io voglio molto bene al ragazzo che seguo e di cui ti parlavo e faccio di tutto per lui, anche quel che non mi compete… ma quando leggo nei suoi occhi la gratitudine e il guizzo di una cosa nuova che ha colto, imparato e, soprattutto, gli è piaciuta… beh, mi passa qualsiasi cattivo pensiero.

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  3. Si infatti quando ho conosciuto la signora Bettina, parlando privatamente con lei, ho pensato la stessa cosa che hai pensato tu, e cioè che lei è un ottimo esempio per tutti i genitori. Dopo di che le ho proposto di prendere uno spazio sul mio blog per raccontare le sua esperienza. Si sta rivelando molto utile. Le persone come lei dovrebbero essere messe in evidenza sempre!

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  4. Sono fatti veramente bene i racconti di Bettina, io aspetto sempre con impazienza il prossimo racconto, c’è tutto dentro: l’essere madre, l’essere dislessico, conoscenze sulla dislessia e in più una grande simpatia 🙂

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  5. “Sì, devo stare attenta a troppe cose e mi passa di mente quello che voglio dire”… vorrei stampare questa frase, anzi questo racconto e farlo leggere alla mamma del ragazzo che seguo… ma tanto non capirebbe, è troppo ossessionata dal fatto che il figlio risulti “normale”. Bellissima rubrica 😉

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  6. Mitico ^_^
    la voglia… nel mio caso c’è sempre stata… i risultati, sempre deludenti, ma insomma… se poi alla fine scrivo… è perché non bisogna mollare mai 😀
    Per i genitori:
    1. dovrebbero smettere di temere la dislessia
    2. dovrebbero smettere di non credere ai figli
    3. dovrebbero amare incondizionatamente e consapevolmente ^_^

    una abbraccio ❤

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