Il bambino e le regole

Quali sono le regole di base che ogni bambino dovrebbe avere?

Dal sondaggio svolto sulla pagina facebook IO E LA DISLESSIA si nota una certa difficoltà nell’affrontare il tema delle regole minime che ogni bambino dovrebbe avere.

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nell’immagine sopra potete vedere alcune risposte.

C’è chi dice RISPETTO, EDUCAZIONE, GIOIA. Condivido l’idea del rispetto del prossimo e sopratutto della natura. EDUCAZIONE E GIOIA sono termini generici che non rientrano propriamente nelle regole.

Con il termine educazione la maggior parte delle persone intendono le buone maniere nel rispetto degli usi e costumi sociali, in realtà  si intende ben altro. Dal latino educere si intende “tirare fuori” e cioè portare alla luce le migliori qualità di ogni individuo.

Per quanto riguarda la gioia, purtroppo non è una regola e nella vita si succedono momenti di alti e bassi.

Molto interessante il punto di vista di Luigi che prende in esame “l’esempio dei genitori”. Lo trovo un concetto chiave nel processo di crescita del bambino in quanto è proprio nella famiglia che il bambino apprende un certo modo di vivere, emulando esattamente i genitori. É ovvio che se abbiamo un genitore attento, che cura l’eloquio e non si lascia andare a vizi deleteri, avremo un esempio che il bambino prenderà come modello di base.

Come secondo punto Luigi parla di spiegare l’errore al bambino, cercando di fargli capire i retroscena di un suo comportamento che può avere delle conseguenze.

in effetti la frase “questo non si fa!” risulta limitante e non esaustiva per il bambino, è molto più importante spiegare perché non si fa e far capire il bambino anche la difficoltà emotiva che il genitore prova imponendo una regola.

Francesca affronta un tempo purtroppo da non sottovalutare, in quanto è sempre vero che esiste una società in cui per convivere serenamente bisognerebbe rispettare delle modalità di comportamento. (A meno che qualcuno non decida di fare come me “l’eremita scrittore” :D)

Francesca parla anche di non mettere regole troppo restrittive, questo mi trova d’accordo in quanto troppe regole magari accompagnate da punizioni e ricatti possono diventare fonte di frustrazione o peggio ancora di inibizione nell’espressione del sè.

Il tema della libertà affrontato da francesca lo trovo di vitale importanza.

Non imporsi a nessuno e non lasciare che qualcuno si imponga a noi dovrebbe essere una regola, anche se, a livello individuale ci sono persone che preferiscono essere guidate per sentirsi serene.

La logica mi porta a pensare che sviluppando il libero pensiero nei bambini si riesce a raggiungere la libera espressione che diventa il cardine per la sicurezza in se stessi. Questa concatenazioni di eventi porta ad assumere un ruolo interiore ben definito che si esprime con sicurezza nella società.

Quindi quali dovrebbero essere le regole?

Il mio pensiero è che le regole dipendono dalla vita e la morte.

Se un bambino mette a rischio la propria vita l’adulto deve fare in modo di salvaguardarlo allontanandolo dal pericolo quando è troppo piccolo o spiegandogli il pericolo quando può comprendere attraverso la comunicazione verbale.

Con la parola “pericolo” non si intende la paura mentale del genitore, ad esempio “Non mettere le mani in bocca dopo che hai toccato il pavimento”, in questo caso non parliamo di pericolo ma di paura del genitore. Sporcarsi, correre e farsi male non hanno mai ucciso nessuno e sono alla base della crescita del bambino.

La stessa cosa vale quando il bambini fa cose che a noi non piacciono.

Se non ci piace che nostro figlio si metta a saltare da uno scoglio all’altro sulla spiaggia, questo non dovrebbe diventare un divieto per lui in quanto è proprio in quel momento che lasciamo che la gioia e il piacere si esprima.

A volte le azioni dei bambini possono far suonare dei campanelli di allarme nei genitori, e in quei momenti dovremmo valutare se è il caso di lasciar correre per non diventare un limite per i nostri figli e quindi crescerli insicuri.

A mio avviso non esistono regole, dovrebbero essere i genitori a lasciarsi guidare nella conoscenza attraverso i propri figli. Dico questo perché i bambini hanno innato il dono dell’osservazione e dell’esplorazione, grazie a questi doni saranno loro stessi a conoscere il mondo a loro vantaggio o a loro spese. Questo atteggiamento di “non protezione ossessiva” verso i figli offre il vantaggio di portarli all’indipendenza emotiva, affettiva e sociale nella vita adulta.

due sole regole:

  • salvaguardare la sopravvivenza;
  • lasciare che i bambini si esprimano in tutte le forme.

Benny Fera psicologo dislessico e autore

I miei libri:

Il bambino dimenticato (autobiografico)

Benny fuori classe

Come vivere da dislessico

Dislessia: quale scuola?

2 pensieri riguardo “Il bambino e le regole”

  1. Le regole ci devono essere.
    A mio avviso, sono necessarie. Tipo: rispettare l’orario di rientro a casa, mangiare al tavolo coi cellulari spenti, darsi un bacio prima di uscire, ringraziare, chiedere scusa se si ha sbagliato.
    Che poi, forse sono semplici norme comportamentali.
    Ma ormai in disuso.
    Noto, sempre più spesso.
    Grazie per i tuoi articoli, sempre molto interessanti.
    Buon proseguo di giornata.

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