DSA: ci stiamo concentrando troppo sulle difficoltà

Mi ha fatto molto piacere l’intervento di un Neuropsichiatra che all’evento di Rutigliano sulla dislessia con il bambino dimenticato, ha esordito dicendo “finalmente qualcuno che mette in luce questa problematica, ci stiamo concentrando troppo sulle difficolta dei dislessici e molto poco sui punti di forza.”

Penso che nella mia mente come nella mente di molte altre persone, il concetto è abbastanza chiaro, è ovvio che nei casi di DSA ci sono delle difficoltà, ma partendo dal presupposto che non si tratta d una malattia, perchè non riusciamo a far spiccare il volo a questi studenti?

In tutta sincerità sono molto pochi gli studenti che spiccano il volo a scuola, ormai è diventato un luogo di passaggio o di parcheggio, dove imparare nozioni generiche di dubbia importanza per la società di oggi, ma senza aprire questo capitolo, si potrebbe almeno evitare che ci siano studenti sofferenti.

Ci sono ancora molti studenti non diagnosticati DSA o semplicemente con diverse difficoltà che affrontano con fatica il percorso scolastico, con la legge 170 siamo comunque riusciti ad ottenere delle migliorie, ma davvero pretendiamo che tutti i genitori e gli insegnanti accettino le difficoltà del figlio e si approccino alla neuropsichiatria infantile per una diagnosi?

Non è di certo un obbligo ed è una scelta che può avere molte motivazioni personali che non sono giudicabili, nessuno di noi può sapere con certezza cosa si nasconde dietro un rifiuto della famiglia.

La legge 170 è stato solo un passettino per poter ottemperare alle difficoltà degli studenti, ma fino a quando non spostiamo lo sguardo verso il vero problema, non riusciremo a risolverlo.

Se per la maggior parte degli studenti il metodo scolastico va bene, per il 4% degli studenti no!

Anche se si tratta di piccoli numeri, è da escludere che in una scuola, che dovrebbe essere un luogo di crescita, ci siano studenti emarginati.

Io ci metterei anche dentro tutti quegli studenti che studiano solo per accontentare i docenti e i genitori, ma non hanno nessun interesse nella didattica.

Con questi numeri saliamo almeno all’80% degli studenti, quindi cosa ce ne facciamo di questa scuola?

I ragazza sicuramente non si formano in classe, ma sui social, dove seguono i loro beniamini e li emulano creandosi anche loro un personaggio, che sia giusto o sbagliato, dobbiamo evidenziare il fatto che la scuola fallisce quando si tratta degli interessi dei giovani. Un tipo di scuola del genere non giova a nessuno, e se pensate che un diploma o un buon voto siano la sicurezza per il futuro, vi state sbagliando di grosso, il mondo del lavoro ormai non si basa più sul livello di istruzione, ma sulle competenze specifiche e l’esperienza che hai.

A questo punto cosa resta di un dislessico che esce da scuola?

Molto poco, visto che fino a quel momento ha dedicato il tutto il suo tempo a potenziare della abilità molto diverse dalle sue caratteristiche cognitive specifiche.

Effettivamente uno studente con DSA, è costretto solo tardi a capire quali sono le sue potenzialità, perché a scuola non si lavora abbastanza sulle abilità creative, motorie, artistiche, esperienziali, che sono alla base di un cervello dislessico.

La scienza, la scuola, e tutta la società legata all’apprendimento, dovrebbe uscire dall’idea della scuola classica, e sopratutto uscire dall’idea di dover dare degli strumenti agli studenti per stare meglio in classe, concentriamoci tutti nel cambiare la scuola cercando di creare spazi e metodi alla portata di tutti i bambini e ragazzi. iniziando dal fatto che nemmeno un adulto riesce a stare 6 ore fermo sulla sedia.

Ti consiglio di leggere Il potenziale DSA per capire quali sono i punti di forza dei dislessici CLICCA QUI

e ti consiglio anche La scuola dei miei sogni, per comprendere il mio modo di vedere la scuola. CLICCA QUI

3 pensieri riguardo “DSA: ci stiamo concentrando troppo sulle difficoltà”

  1. ciao benni il mio maestro elementare all epoca era una autorità purtroppo nei miei riguardi mi trattava male facendomi il sorriso davanti per pugnalarmi alle spalle mentre per il suo rufiano brandiva parole di elogio non indossava nemmeno il grenbiulino ricordo perfettamente signor maestro viene stasera ragioando da banbino pensavo ma che fortunato in realtà era un grandissimo leccaculo

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  2. dopo aver finito il mio turno di lavoro sull autobus ho sentito i commenti di due insegnanti nei confronti di uno studente lungo come la fame a scuola ci va perchè ce lo mandano ma io lo boccio

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