Voti e giudizi separano gli adulti dai giovani.

Lo so, non è sempre cosi, ma è una regola decennale del mondo scolastico.

è l’adulto che decide cosa devi studiare e per quanto tempo.

è l’adulto che ti da un voto e un giudizio per il tuo rendimento scolastico.

In effetti è questo che succede tutti i giorni a scuola, ma ripeto, ci cono sempre gli insegnanti che non fanno pesare il loro giudizio sui giovani cercando di mantenere un rapporto di fiducia.

Nella maggio parte dei casi si crea un muro tra studenti e insegnanti, non ci può essere sincerità e fiducia dove c’è qualcuno che è costretto a giudicarti.

Spesso non è nemmeno l’impegno che si valuta, perché nel caso dei dislessici, l’impegno è molto più forte rispetto a un ragazzo che apprende con facilità.

Lo sforzo che un dislessico deve fare tutti i giorni per mandare a mente le nozioni non è assolutamente paragonabile a quello degli altri, se dovesse essere giudicato per l’impegno dovrebbe avere 10 in tutte le materie.

Ma è un vero peccato che ci sia questo distacco tra mondo dei giovani e adulti, i ragazzi non sono tranquilli, e sentono di dover assumere un atteggiamento subalterno in classe se vogliono essere giudicati come “bravi studenti.”

Questa barriera consente agli insegnanti di lavorare in classi molto numerose e tenere a bada lo spirito libero di tutti gli studenti.

Se in una classe numerosa ognuno esprimesse le sue opinioni e le sue personali esigenze, non si riuscirebbe a creare un contesto educativo efficace.

La soluzione più semplice è stata quella di creare classi numerose, stabilire un buon numero di regole e proporre delle lezioni frontali con delle nozioni prestabilite.

Qualcosa del genere poteva funzionare 100 anni fa, quando il tasso di analfabetismo era altissimo e bisognava formare le nuove generazioni ai lavori disponibili al tempo.

Adesso la situazione è molto cambiata, tutti abbiamo accesso alle informazioni attraverso il web, sarà successo anche a voi di dire la vostra ad un medico perché vi siete documentati su internet, oppure di sapere qualcosa in più su un determinato argomento rispetto al professionista di settore, oggi tutti abbiamo la possibilità di imparare.

Non ha più senso una scuola che offre contenuti standard perché bisogna lasciare spazio alla personalità e al senso critico, bisognerebbe dare la possibilità ai giovani di capire fino in fondo la società in cui vivono e viverla al 100%.

Invece oggi i giovani mi sembrano tanti emarginati che non hanno voce in capitolo, spesso i ragazzi vengono visti come quelli che non sanno, come gli ignoranti che devono ancora completare gli studi e spesso ci sentiamo una spanna sopra di loro.

Pensaci un attimo, è questo l’atteggiamento che abbiamo verso i giovani, non li ascoltiamo nemmeno, ma tendiamo a dare il nostro consiglio o addirittura gli diciamo come e cosa devono fare anche quando non è richiesto.

Sarebbe bello se i ragazzi fossero parte attiva della nostra società, sarebbe bello se non fossero considerati “stupidi” o quantomeno “pivelli”, in realtà spesso i giovani mostrano di essere molto più intelligenti e saggi di molti adulti.

Sono convinto che i giovani come gli anziani sono categorie emarginate, infatti sono abituati a stare tra di loro perché sentono questo divario enorme con gli adulti.

Come sarebbe un mondo dove i giovani fossero integrati nella società invece che emarginati nelle scuole?

La formazione scolastica è sufficiente a dare vita a degli adulti consapevoli e autonomi oppure crea soltanto delle menti frustrate e ricolme di contenuti?

Non so, io ho troppi dubbi verso la scuola e voi lo sapete, magari aiutatemi a cambiare idea se vedete delle prospettive più ottimistiche.

Benny Fera
Psicologo dislessico e autore de Il bambino dimenticato

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1 commento su “Voti e giudizi separano gli adulti dai giovani.”

  1. ciao benni come è possibile che fra fratelli ci siano delle grosse disparità siamo figli della stessa cucciolata mia sorella era il contrario di me quando squillava il telefono al liceo cera il conpito in classe di matematica o di latino insegnante non aveva finito di spiegare che sveva già capito tutto il contrario di me e riusendo a laurearsi con ottimi voti con la felicità dei miei genitoricosa ne pensi puoi perfettanente capire come mi sentivo a te le conclusioni

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