DSA: Intelligenza emotiva allo sbando

Ho sempre maledetto la mia sensibilità e la capacità di intercettare le emozioni degli altri.

Ho sempre maledetto il fatto di essere eccessivamente introspettivo e continuamente a contatto con le mie emozioni.

Non sapevo che questo tipo di approccio alla vita fosse dovuto ad una spiccata intelligenza emotiva, perché non ne avevo mai sentito parlare.

Sopratutto per il fatto che non mi è stata mai riconosciuta, a me come a tanti altri bambini e ragazzi che ancora oggi frequentano la scuola.

Non è una materia che si studia a scuola, e che tu riesca a metterti in contatto con le tue e altrui emozioni non sembra essere un fatto importante, l’importante è che tu sappia coniugare i verbi e sappia le tabelline a memoria, e non importa che tu lo faccia con le lacrime agli occhi per il dolore che stai provando.

Spesso è proprio una caratteristiche dei dislessici (e DSA in genere), essere molto sensibili ed avere una spiccata percezione del contesto e delle persone che ci stanno intorno, un continuo monitoraggio degli stati interni ed esterni che ci mette alla mercè del brutto e del bello.

A livello emozionale, è difficile avere delle buone percezioni in classe, a meno che tu abbia un insegnante particolarmente simpatico o gentile, di solito la lezione si svolge in maniera fredda e anonima e tu non sei altro che un contenitore di nozioni, senza considerare che hai un cuore e delle emozioni che spesso sono a fior di pelle.

Non sono nè il primo ne l’ultimo che si è sentito violentato a livello emotivo a scuola, e questo ha portato una serie di conseguenze psicologiche che hanno formato la persona che sono oggi.

Difficile sopravvivere a questo contesto, difficile comprendere di che pasta sei fatto quando sei un giovane studente, e sopratutto quando vieni considerato fragile o irascibile, quello che non sanno è che stai soffrendo, quello che fanno e non riconoscere il tuo modo di essere.

La leadership è un elemento fondamentale dell’intelligenza emotiva, quindi che tu un giorno posso assere bravo a motivare altre persone o guidarle in scelte e percorsi di vita e professionali, di questo non gliene frega nienete a nessuno quando sei piccolo e nessuno si prende cura di questa abilità.

Grazie all’intelligenza emotiva, noi siamo più abili degli altri a leggere ciò che non viene detto degli altri e quindi a capire di cosa gli altri hanno bisogno, e se all’inizio lo facciamo solo per l’amico del cuore, con l’andar del tempo può diventare un vero e proprio lavoro.

Gruppi, aziende, genitori, giovani, hanno bisogno di qualcuno che capisce le dinamiche interne e che li guidi verso percorsi di crescita.

Essere un eccellente studente, non ti assicura un futuro radioso, lo stesso vale al contrario, ma questa non può essere solamente una magra consolazione, dovrebbe essere un diritto di ogni cittadino riconoscere le proprie abilità.

Probabilmente siamo ancora troppo ignoranti e crediamo ancora nell’istruzione di massa che ormai non è più funzionale all’individuo e alla società da decenni.

Benny Fera
Psicologo dislessico e autore

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