Il tema dei Disturbi Specifici di Apprendimento ha sollevato numerose questioni sia a livello scolastico che a livello sociale, non di meno a livello familiare.
Non so se avete mai sentito mai parlare delle caratteristiche cognitive dei dislessici, con il loro modo di essere creativi e fuori dagli schemi.
Si parla piuttosto di scuola, e di come far rientrare questi studenti in un modello predefinito.
In realtà non ci sarebbe nulla da modificare in quanto il cervello del dislessico e DSA tutti compresi, è per natura creativo e fuori dagli schemi.
Io l’ho sempre definito un cervello “generativo”, fatto non per memorizzare, ma per aggiungere sempre qualcosa in quello che vede, in quello che sente e in quello che fa.
Non è un cervello che comprende le regole perché per istinto le vive come qualcosa che va contro la sua natura.
Per questo motivo spesso ci troviamo di fronte a studenti ribelli, figli fuori dagli schemi, con i conseguenti problemi per i genitori.
Come far capire al proprio figli che a scuola ci deve andare e che ci sono delle regole da rispettare?
Non è affatto facile, perché se proviamo un attimo a metterci dalla parte dei ragazzi e soltanto per un attimo a sentire la stessa fatica e fastidio che si prova a stare in classe o seduto a fare i compiti, si capirebbe subito il motivo di tanta ritrosia.
Si crea spesso una lotta tra genitore e figlio, tra insegnante e studente, quando il ragazzo si sente in difficoltà non può fare altro che andare sulla difensiva o deprimersi.
I dislessici più che mai vanno seguiti, vanno aiutati, è importante che restino in contatto con la parte migliore di loro, che spesso resta assopita.
è importante che abbiano intorno un contesto sano e fortificante.
è importante che venga accolto e compreso.
Spesso la ribellione che ogni dislessico affronta da studente si porta avanti per tutta la vita, e questo non è un male o fonte di vergogna, anzi, va saputo accogliere e accettato come un modo di pensare diverso che rende la società variegata e in grado di mutare in base alle esigenze di tutti.
Infondo è dalle idee di chi la pensa diversamente che nasce il cambiamento.
Non è facile da gestire un figlio ribelle, spesso il genitore non sa come comportarsi, si sente inutile ed entra in uno stato di ansia e preoccupazione.
Ricordo esattamente la vita scolastica e le continue lotte con insegnanti e genitori, per loro è stato davvero difficile avere a che fare con me, ed io mi ci opponevo con tutte le forze, perché non mi sentivo veramente compreso ed accettato.
Spesso non è sufficiente mettercela tutta, il genitore ha anche bisogno di un punto di vista esterno per avere una migliore visuale della situazione e sapere come affrontarla la prossima volta.
Non è facile cambiare le abitudini e i comportamenti, per questo motivo serve un pò di impegno e costanza.
Se come genitore ti sei ritrovata/o in queste circostanze, non esitare a scrivermi e proveremo ad affrontare insieme questa difficoltà.