Uno degli aspetti molto discussi riguardo i disturbi Specifici di Apprendimento è quello della scarsa Formazione.
Sopratutto da parte dei genitori, si lamenta una scarsa formazione degli insegnanti in ambito DSA.
Perché questo accade?
Per svariati motivi, vediamone alcuni:
Gli insegnanti hanno a che fare con molti studenti in classe, e risulta davvero complicato seguire ognuno in maniera attenta, tranne che in rare eccezioni di insegnanti particolarmente portati.
Gli insegnanti non sono sempre interessati a conoscere queste problematiche, quindi se ne disinteressano oppure addirittura ne rifiutano l’esistenza, confidando nelle potenzialità del loro metodo.
Ultimo ma non meno importante è la qualità della formazione.
La formazione sui DSA rivolta agli adulti, genitori o insegnanti, è molto spesso “scolastica”.
Cosa vuol dire?
Si insegna esattamente come a scuola, cioè in maniera sistematica e mnemonica.
Si istruiscono gli insegnanti sull’origine dei DSA, sui fattori che compongono i DSA (dislessia, discalculia, disgrafia…) e sui vari strumenti da utilizzare come metodi compensativi e dispensativi.
Questo tipo di formazione, spesso lascia il tempo che trova, esattamente come la maggior parte delle lezioni che gli studenti ascolta in classe.
Gli insegnanti, cosi come gli studenti, possono trovare l’argomento più o meno interessante e più o meno facile da memorizzare.
Questo fa una enorme differenza tra la formazione e l’informazione.
La conoscenza è un elemento indispensabile per poter approfondire pienamente un argomento.
Cosa intendo con “Conoscenza e Informazione”.
Il modo migliore per imparare è attraverso le emozioni.
È il cervello emotivo che consente al cervello logico di ricordare per sempre quello che impariamo.
Per questo è molto importante il ruolo delle testimonianze.
Conoscere le difficoltà che una persona con DSA prova in classe, e sopratutto le emozioni che prova.
In questo modo l’astante riesce ad intrare in risonanza con il problema ed a prenderlo a “cuore”.
Solo dopo aver fatto breccia nel cervello emotivo, si può passare alla conoscenza teorica dell’argomento.
I DSA, non sono solo disturbi, ma un complesso di comportamenti, emozioni, e problematiche, che si riassumono nel termine Neurodiversità.
Ad esempio una persona con DSA, può essere anche estremamente introverso, estremamente sensibile, e questo non gli consente di svolgere una interrogazione e quindi di esporsi davanti a tutti.
Una persona con DSA, può avere difficoltà a stare tra tanta gente per una elevata sensibilità sensoriale (difficoltà a gestire la confusione), ma questo spesso gli insegnanti non lo sanno.
Molte altre caratteristiche appartenenti alla categoria delle Neurodiversità fanno parte del bagaglio delle conoscenze che un insegnante dovrebbe avere per sapere come approcciarsi ad uno studente con DSA.
Svolgo questo lavoro di “formazione e informazione” ormai da anni.
Gli insegnanti e i genitori mi hanno riferito di aver davvero capito attraverso di me, questa difficoltà, e di aver finalmente aperto gli occhi su qualcosa che ancora non gli era particolarmente chiaro.
Ci ho messo la mia faccia e la mia storia (vedi biografia: “Il bambino dimenticato“) per far si che si riduca al minimo la sofferenza in classe, e si riduca al minimo l’ignoranza sull’argomento.
Ho dedicato la mia vita allo studio dei DSA e tutte le Neurodiversità (ADHD; DSA; Autismo; Asperger); uno studio per me molto affascinante e appassionante che cerco di trasmettere agli altri con la stessa passione.
Per questo motivo non ho mai messo limiti al mio raggio di azione e mi sono recato ovunque mi hanno ospitato per una conferenza.
Sono il Dr. Fera Benedetto, Psicologo e Autore.
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