il senso di colpa di essere al mondo

“Benedetto mi fai vedere i compiti!” disse l’insegnante.

La preoccupazione iniziava a salire, nella completa confusione che avevo nel diario, ma sopratutto nella testa, non sapevo nemmeno che ci fossero dei compiti da svolgere a casa.

L’insegnante apre il quaderno “che disastro!!! ma perché è tutto pasticciato!!?”

“Perchè sbaglio” rispondo.

“allora devi stare più attento!”

Speravo che andasse tutto liscio, probabilmente erano le ultime tracce di ottimismo che di li a poco sarebbero scomparse per sempre.

“Ma dove sono i compiti per oggi?”

“Qui” rispondevo bluffando, sperando che si accontentassi di quelli del giorno precedente.

“Non questi! C’erano altri compiti per oggi! non li hai fatti! portami il diario!”

Quella frase “portami il diario” era come un paletto che si conficcava nel cuore! Una frase che sicuramente avrei sentito ancora e ancora…

Il mio pensiero non era il dispiacere di non aver fatto i compiti, perché per me la scuola era solo confusione, come essere su un altro pianeta, figuriamoci se riuscivo a stare al passo con i compiti.

In realtà, la paura più grande era tornare a casa con la nota da mostrare ai miei genitor.

Papà avrebbe dovuto mettere una firma sotto la nota, che il giorno dopo avrei dovuto mostrare alle maestra.

Avevo già tentato più volte di nascondere la nota, ma dopo qualche giorno diventava una sorta di missione da parte dell’insegnante, pare che non dormisse la notte per controllare l’indomani, se mio padre avesse firmato la nota.

Dal momento della nota in poi vivevo in uno stato d’ansia misto a senso di colpa, l’idea di vedere la rabbia sul volto di mio padre e la delusione sul volto di mia madre, mi portava a pensare che la mia stessa vita fosse per loro un enorme problema.

“Sono una merda, la mia vita non vale niente, non sarei dovuto nascere, faccio soffrire mamma e papà”

Non andrò oltre nel racconto ma vi sottopongo una questione di cui probabilmente non avete sentito parlare prima e cioè “il senso di colpa di essere al mondo”

Un tipo di trauma infantile come l’esempio che ti ho fatto prima, portano a sviluppare un senso di colpa verso le persone che amiamo solo per il fatto di esistere.

Questo senso di colpa che è tanto vivo quando siamo bambini, diventa inconscio quando diventiamo grandi, e si traduce con una vita ai margini, priva di energia, comportamenti pericolosi che mettono in pericolo la nostra vita, difficoltà ad esprimere se stessi, insomma conduciamo una vita piuttosto passiva, come se fossimo effettivamente un pò morti dentro.

Nel tempo ho lavorato molto su me stesso a livello psicologico, per poter superare quei traumi. Ho visto letteralmente la mia vita cambiare!

È nostro dovere fare qualcosa per noi stessi, nessuno penserà al posto nostro.

È importante rivivere quei traumi insieme ad una persona esperta, fare pace una volta per tutte con le persone cui crediamo di avere fatto del male con la sola nostra presenza.

È importante avere un posto sicuro, dove potersi sentire al sicura e avere il coraggio di guardare in faccia il nostro passato.

Solo in questo modo possiamo sentirci rinati e vivere finalmente la vita che spetta.

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Dr. Fera Benedetto
Psicologo