Playstation e DSA: quanto possono giocare i ragazzi?

Immagino che questo titolo può essere molto utile per genitori che si affacciano su questo blog, ma non altrettanto conveniente per i loro figli, per quello che andrò a dire.

Senza dubbio la Playstation è parte della vita della maggior parte dei giovani dagli 8 anni in su, e questa è una realtà che la nostra società è costretta ad affrontare e con cui deve convivere.

A prescindere dalle regole che ogni famiglia ha scelto sui tempi e modalità di gioco alla Playstation, questo articolo è valido in generale, ma sopratutto per un certo tipo di giovani.

La Playstation è un gioco molto stimolante, per questo rientra tra le dipendenze da cui è difficile uscire, ma non è di questo che oggi parleremo.

Oggi parleremo dei livelli di eccitazione che si raggiungono giocando alla Play.

È chiaro che i livelli di eccitazione dipendono dal tipo di gioco: se ad esempio vostro figlio gioca a Fortnite, è molto probabile che i livelli di eccitazione siano molto alti, ma dipende …

Da cosa dipende?

Dipende molto dalle caratteristiche personali del ragazzo.

Ho visto miei amici giocare ininterrottamente a giochi che a me quasi facevano uscire il cuore dalla gola, tanto che non riuscivo a giocarci e preferivo guardare lui in azione.

Si, è vero, ci sono persone più sensibili di altre che sono altamente esposte al sovraccarico emotivo.

In questa pagina abbiano parlato spesso di Disturbo Specifico di Apprendimento, ma cosa c’entra con la Playstation?

Il DSA è associato alla Neurodiversità, se questo termine vi sembra strano, vuol dire che il cervello funziona e reagisce agli stimoli diversamente dalla maggior parte delle persone.

Alcune caratteristiche cognitive che possono aiutarci a capire la relazione con la Playstation sono: alta sensibilità; difficoltà ad accettare la sconfitta, bassa autostima.

Questi ragazzi reagiscono in modo più acuto rispetto agli altri, agli stimoli ad alta carica emotiva, questo li porta a conseguenze fisiologiche come aumento del battito cardiaco, ansia, sudorazione, che mettono a dura prova il sistema nervoso.

La difficoltà ad accettare la sconfitta e la bassa autostima, sono gli ingredienti che fanno esplodere la rabbia fino ad arrivare ad atti distruttivi.

È chiaro che questo non fa bene ai ragazzi e nemmeno alla famiglia per almeno due motivi.

  1. perché spesso questi ragazzi sfasciano letteralmente oggetti per scaricare la rabbia e questo può essere pericoloso.
  2. ancora più pericoloso è quando il sovraccarico emotivo viene scaricato verso chi gli sta intorno con parole aggressive, atti violenti, atteggiamenti oppositivi e provocatori.

È chiaro che questo attegiamento porta parecchi svantaggi nella vita del ragazzo che avrà bisogno di tempo per calmarsi, non riuscirà facilmente a staccarsi dalla Playstation, non riuscirà a svolgere i suoi impegni quotidiani e andrà spesso in conflitto con la famiglia.

Ma nessun male vien per nuocere, perché la Play ci può essere utile per allenare il ragazzo ad aumentare l’autocontrollo, saper accettare le sconfitte e le regole che noi imponiamo.

Un controllo sui tempi di esposizione alla Play condivisi tra figli e genitori sono un ottimo punto di partenza del quale vostro figlio vi ringrazierà, anche se all’inizio si opporrà a causa della dipendenza accumulata, si renderà ben presto conto che la qualità della sua vita migliorerà.

Anche con l’aiuto di uno psicologo, si può aiutare il ragazzo ad accettare la sfida di controllare i suoi impulsi e gestire meglio la rabbia, un esercizio che gli servirà per la vita.

Ancora più importante scegliere insieme al ragazzo delle alternative alla Play e dei modi per scaricare l’eccitazione accumulata durante il gioco.

Adesso starai pensando: “Come la racconta lui sembra cosi facile…”, in realtà riconosco che non lo è affatto.

Spesso ci sono delle dinamiche automatiche in famiglia che sono difficili da sradicare, e il genitore non sa nemmeno da dove iniziare per inserire delle regole sui comportamenti, sia alla Play che in casa.

Se credi di aver bisogno di un aiuto a ristabilire un certo ordine nella routine quotidiana non esitare a contattarmi, spesso ci vuole molto meno di quello che si pensa e i risultati saranno la tua risposta.

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Dr. Fera Benedetto Psicologo e Autore