Hai mai pensato alla scuola come ad un luogo di crescita personale?

Una proposta di scuola che non sia solo voti e memorizzazione, ma anche un luogo di crescita per i giovani.

Nell’articolo precedente vi ho fatto una domanda.

clicca sul link se non hai ancora letto l’articolo: il metodo per DSA

Una domanda abbastanza difficile, considerando che tutti quanti siamo invischiati in un mondo chiamato “scuola” che ci ha sempre fatto pensare a: “educazione, apprendimento, istruzione”.

La domanda era rivolta a tutti, soprattutto ai genitori che hanno figli con DSA:

Che metodo si dovrebbe usare a scuola senza che ci sia bisogno dei metodi compensativi?

Sembra una domanda stupida, ma è abbastanza complessa.

Considerato che i DSA hanno una intelligenza nella norma, ci dovrà pur essere un modo in cui loro imparano!

Partiamo dal presupposto che a scuola non si apprende, ma si impara a memoria.

Sono pochi i casi in cui gli studenti trovino piacere o giovamento da quello che si studia in classe.

La maggior parte degli studenti si annoia, non trova interessi nella scuola e impara la lezione a pappagallo solo per la paura di prendere delle insufficienze.

Apprendere non vuol dire imparare a memoria sotto la minaccia di un voto, bensì la motivazione interiore di imparare qualcosa che ci interessa.

Secondo punto da smontare: non è assolutamente vero che l’apprendimento avviene soltanto attraverso la letto-scrittura.

Voi lo sapete vero?

L’esperienza diretta, la manualità, il gioco libero, video e documentari, sono elementi molto potenti.

Eppure a scuola passa tutto attraverso la scrittura e la lettura.

Strano vero?

In effetti è difficile mentalmente uscire da questo impasse.

Siamo stati tutti abituati alla vecchia scuola, non abbiamo mai provato a mettere in discussione tale metodo.

Adesso che c’è la Dislessia, iniziamo finalmente a pensarci…..

Cosa si sta facendo per il dislessici?

Il programma scolastico è rimasto uguale, sempre apprendimento passivo, sempre gli stessi argomenti, abbiamo solo modificato gli strumenti con cui i DSA possono apprendere, chiamati appunto strumenti compensativi.

Lo studente inoltre, può essere esente da alcune attività scolastiche per esso difficoltose (ed es. leggere ad alta voce, scrivere alla lavagna).

Questo vi sembra sufficiente?

Sembra che questa soluzione funzioni non molto bene.

Spesso genitori, alunni ed insegnanti hanno tanta difficoltà per diversi motivi che non sto qui ad elencare.

Ebbene ho sempre pensato che la soluzione non sia cambiare il modo di studiare degli studenti, ma dare la possibilità a tutti di sfruttare il proprio potenziale.

Per quanto lo studente con DSA possa essere felice di usare gli strumenti per raggiungere lo stesso livello degli altri, non sarai mai completamente felice di doversi adattare!

La mia domanda di ieri era altamente provocatoria, e come immaginavo le risposte che ho ricevuto non si distaccano molto dall’attuale scuola.

Bisogna un pò guardare oltre e pretendere molto di più.

Lungi da me dal dire che la lettura e la scrittura siano inutili, ma almeno cercare di far scegliere ai ragazzi gli argomenti di studio.

Infondo la scuola è fatta di giovani, è brutto pensare che essi non abbiano interessi, loro ne hanno, solo che a voi non piacciono.

Molto importante è anche l’esperienza di laboratorio.

I ragazzi hanno bisogno di sperimentare in tutti i campi della scienza, dello sport, dell’arte, anche senza attività strutturate.

Dovrebbero avere a disposizione tutti i mezzi per poter scegliere cosa gli piace davvero.

Perché devono essere gli adulti a scegliere?

Brutta abitudine quella di obbligare i giovani ad imparare quello che dice l’adulto!

Da adulti saranno abituati a subire le scelte dall’alto e ad avere poco senso critico.

Inoltre non avranno mai sviluppato i loro veri interessi, perché da giovani non hanno avuto la possibilità di conoscersi.

Per crescere una persona ha bisogno di conoscere

Rispondere alla domanda dell’articolo precedente diventa facile se pensiamo alla scuola come ad una fucina di crescita personale.

Conoscere non vuol dire obbligarlo a studiare delle materie ed avere un programma strutturato.

Conoscere vuol dire avere la possibilità scegliere ed avere a disposizione un ambiente arricchito che gli consenta di sperimentarsi.

è ovvio che in questo modo i famosi DSA avranno molti meno problemi, perché oltre a riconoscere i loro limiti nella scrittura e nella lettura, conosceranno anche i loro pregi, che vanno dalla creatività all’intuizione, dalla sensibilità all’empatia.

Immaginate una scuola dove vostro figlio DSA oltre ad essere riconosciuto come problematico nella lettura e nella scrittura, possa essere riconosciuto anche come un ottimo chitarrista, oppure molto bravo nella progettazione, o ancora un trascinatore nel campo della scienza e della biologia.

In questo modo, anche se i compagni e l’insegnante lo sentono leggere male non avranno in mente un ragazzo “difficile”, ma un ragazzo molto dotato in altre attività.

Ne va anche dell’autostima del ragazzo, che non prenderà troppo sul serio il fatto che ha difficoltà nella lettura, perché si riconosce essere più bravo in altre attività dove i suoi compagni falliscono.

Voi tutti sapete che i vostri figli hanno delle doti!

Ma nel mondo d’oggi, quelle riconosciute, sono solo quelle legate alla letto-scrittura.

Per approfondire il mio pensiero sulla scuola leggi il libro “la scuola dei miei sogni”

Benny Fera
Psicologo e Autore

Il bambino dimenticato
Come viviere da dislessico
La scuola dei miei sogni
Dislessia: quale scuola?
Ti ho lasciato un bacio in stazione
Benny fuori classe