Dalla mia esperienza come psicologo e come persona, mi sono reso conto di quanto posso essere complesso gestire la relazione in casa con un bambino con caratteristiche cognitive Neurodiverse come nei casi di DSA.
Questi bambini infatti hanno difficoltà nel gestire e regolare le proprie emozioni, per di più non sanno rendersi conto in maniera autonoma di quando i loro livelli di stress, stanchezza o rabbia sono arrivati a livelli troppo alti.
Questa carenza nel gestire i livelli di stress si ripercuote sul comportamento che spesso si mostra oppositivo nei confronti dei genitori fino a sfociare in una vera e propria battaglia quotidiana.
Ma quali possono essere i motivi di tanto stress?
Ad esempio la stanchezza porta ad un sovraccarico emotivo che sfocia in comportamenti disfunzionali, come sappiamo il bambino con DSA, in classe si stanca facilmente.
Dopo le prime ore di lezione ha terminato le sue risorse cognitive che, come la scienza ci insegna, si consumano molto più velocemente rispetto ai non DSA, a causa dello sforzo eccessivo verso la didattica (lettere, numeri).
A questo si aggiunge la frustrazione di dover sopportare le restanti ore di lezione nonostante gli alti livelli di stanchezza percepiti.
Alti livelli di fatica, portano il bambino a vivere un vero e proprio disagio interiore, a provare un forte senso di sconforto e di ipotonia muscolare.
Capisco che a volte può essere difficile da comprendere e da accettare per genitori e insegnanti, bisognerebbe provare per credere.
È chiaro che il bambino ha bisogno di riposarsi e di avere degli strumenti a disposizione per ricaricarsi.
La stessa cosa avviene quando il bambino si sottopone a una fonte di forte eccitazione come ad esempio la Playstation.
Questi bambini, più di altri, soffrono letteralmente durante un gioco a forte carica emotiva, ma non riescono a rinunciare a causa della dipendenza e del piacere derivante dalle vittorie, ma non è mai un piacere “sano”, perché il si arriva a livelli di eccitazione sopra la soglia, fino ad arrivare all’euforia, uno stato che deve essere gestito con i tempi e i tipi di gioco.
Spesso assistiamo a scatti di rabbia acuti e violenti, oppure a profondi stati depressivi, questo succede quando il bambino ha già superato la soglia emotiva, non se ne accorto prima e adesso è completamente in balia delle emozioni.
In questo caso diventa altamente suscettibile anche alla minima parola o richiamo.
Quello che si può fare con questi bambini è un programma accordato tra un professionista e la famiglia, dove si va accuratamente a:
1. regolare tutte le situazioni che sottopongono il bambino a forti stress;
2. si insegna al bambino a riconoscere la soglia che non deve superare,
3. si cercano con il bambino degli strumenti che la aiutano a calmarsi, a rilassarsi o ricaricarsi,
4. si formulano nuove strategie comunicative tra genitore e figlio.
Mi sono ritrovato spesso a svolgere questo lavoro con le famiglie e siamo riusciti ad ottenere sempre ottimi risultati.
Mi sono accorto che spesso i genitori sono molto motivati a cambiare la situazione ed hanno provato in tutti i modi, ma senza riuscirci.
Lo psicologo serve appunto ad avere una visione neutra e analitica della situazione e a dare degli strumenti appropriati.
È chiaro che se “in generale” le difficoltà di questi bambini si svolgono come elencato sopra, ma le modalità non sono uguali per tutti i bambini.
Ho notato che ogni bambini ha un modo diverso di raggiungere la soglia emotiva e superarla, e per ogni famiglia bisogna stilare un programma personalizzato.
Se questo articolo in qualche modo ti ha colpito ed hai bisogno del mio aiuto, scrivimi alla mia mail benedetto.fera@gmail.com oppure mandami un messaggio whatsapp al numero 3480019600 per fissare la prima telefonata di conoscenza gratuita.
Dr. Fera Benedetto
Psicologo e autore