Tic nervosi e ansia per l’inizio della scuola

La scuola dovrebbe essere un luogo di accoglienza, dove il disagio viene accolto, altrimenti saltano tutti i principi base dell’apprendimento.

È una mamma che mi scrive

Desolata e incredula che sua figlia di 10 anni possa stare cosi male per la scuola.

Una mamma che ha familiarità con il mondo dei DSA perché ha prestato servizio presso la neuropsichiatria infantile.

La bambina da un pò di tempo presenta TIC nervosi e si sveglia di notte in preda all’ansia.

É il pensiero della scuola.

“Odia la scuola e la aspetta come fosse una Tsunami”

La bambina ormai sotto pressione, ha sviluppato ansia da prestazione, pur avendo il supporto dei genitori, il fatto di doversi confrontare ogni giorno con le sue difficoltà di lettura e scrittura la fa andare in ansia.

Questo è il lato oscuro della Dislessia e i DSA.

Ansia e bassa autostima sono il pane quotidiano di questi studenti.

Queste difficoltà reiterate nel tempo possono portare ad attacchi di panico e depressione.

Insomma, senza portarla troppo per le lunghe, il percorso scolastico ancora per molti studenti può essere una trappola al loro sano sviluppo psicologico.

Spesso diventano chiusi e introversi e quando saranno grandi avranno paura di affrontare le novità e le difficoltà.

Saranno evitanti e rifiuteranno di mettersi in gioco per la paura di essere giudicati ancora e ancora.

La mamma riferisce che la bambina è tutt’altro che svogliata… anzi, vuole assolutamente finire tutti i compiti altrimenti va in ansia.

Probabilmente molti di noi adulti; genitori o insegnanti che siano, sottovalutano questi segnali e magari cercano di cavarsela con un “non essere ansiosa” o un “dai non si può aver paura della scuola”, sminuendo un problema che probabilmente ritengono piccolo come il portatore.

I problemi dei bambini non sono meno importanti di quelli degli adulti.

Spesso la sufficienza con cui trattiamo questi esseri umani condiziona la loro vita.

Ancora oggi ai bambini vengono negati i loro diritti “al tempo libero e al gioco”

I bambini vengono stipati nelle scuole costretti a subire programmi e regole molto lontane da quelle che sono i fondamenti della pedagogia.

L’infanzia oggi è molto svantaggiata e noi adulti ci passiamo sopra perché abbiamo troppe cose da fare e in queste cose da fare, trasciniamo anche loro.

Magari potreste pensare che questi sono casi eccezionali.

Invece no, basta vedere tutte le storie che recentemente ho pubblicato sul mio profilo Instagram con le conversazioni di genitori disperati e impotenti nel vedere il proprio figlio spegnersi lentamente …

e non stiamo parlando di una malattia, ma della scuola, che anche se non uccide, ti lascia un segno indelebile.

Questo discorso non vale solo per i DSA, perché non siamo una categoria a parte.

Per altri motivi anche i non DSA soffrono la scuola.

C’è chi pur di mantenere una media alta, studia tantissimo e finisce per non mangiare più.

C’è chi subisce bullismo, spesso anche dagli insegnanti stessi.

C’è chi ha problemi in famiglia ed in classe solo con il corpo.

La scuola dovrebbe essere un luogo di accoglienza, dove il disagio viene accolto, altrimenti saltano tutti i principi base dell’apprendimento.

Benny Fera
Psicologo e Autore

Servizio di formazione e sensibilizzazione DSA

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