Tutti possiamo essere i primi della classe, nella nostra materia preferita!
É mia consuetudine una volta alla settimana fare una diretta su Facebook.
Oggi i social ci danno la possibilità di entrare in contatto in maniera diretta.
Approfitto di questi potenti mezzi anche per accogliere le domande di chi mi segue.
Proprio ieri Emanuela mi ha chiesto “Benny, perché mi sento diversa dai miei compagni?”
La mia prima risposta è stata: “perché lo sei!” e ancora “siamo tutti diversi”
Ognuno di noi ha le sue specifiche caratteristiche.
In linea di massima siamo tutti esseri umani, ma in particolare ognuno ha le sue specifiche caratteristiche cognitive.
Perché alcuni si sentono diversi a scuola?
Perché la scuola è un mondo esclusivo fatto di numeri e lettere e dove il sistema è di tipo impositivo.
Ci sono bambini per i quali i numeri e le lettere non sono così importanti, infatti nei DSA spesso riconosciamo errori nella scrittura, nella lettura e nel calcolo.
Questo non fa dei DSA degli incompetenti, anzi, queste persone hanno ben altre caratteristiche come la creatività e l’intuito, e si distinguono dagli altri per la velocità di elaborazione.
Purtroppo a scuola le caratteristiche dei ragazzi con DSA non vengono sfruttate, si tende all’appiattimento e alla memorizzazione, senza spazio per l’inventiva e la pratica.
La prima cosa che viene da pensare è “non sono come gli altri“.
É un pensiero corretto che dovrebbe darti la curiosità di capire come sei tu nello specifico.
Ci sono anche persone che non accettano il sistema impositivo, si ribellano e non studiano perché vorrebbero imparare quello che a loro piace.
Einstein ne è un esempio, pur essendo un genio, non riusciva a dare il meglio di se a scuola, perché entrava in conflitto con i sistemi di valori della scuola, dove secondo lui non ci insegnano a pensare, ma ad imparare a macchinetta.

Di sicuro poco stimolante, sopratutto per Einstein.
Anche il primo della classe si sente diverso, con i suoi voti altissimi si ritrova ai margini superiori della media.
Non è facile mantenere la posizione del primo, spesso vieni schernito e invidiato.
Mi ricordo quando presi una cotta per la prima della classe.
Mi sentivo un verme!
La prima con l’ultimo, la bella e la bestia!
Non le dissi mai che mi ero innamorato di lei!
Mi sentivo “diverso” e la mia autostima era a terra.
Pensandoci adesso, cosa ci divideva?
Solo un voto! un numero!
Ho dovuto scoprire da solo nella mia vita quali sono le mie potenzialità ed oggi le sfrutto.
Tutti possiamo essere i primi della classe, nella nostra materia preferita!
Il bambino dimenticato è in cima alle classifiche di Amazon, trasformare le emozioni in parole è la mia materia preferita.
A Emanuela voglio rispondere con un esempio:
In una scuola immaginaria, dove al posto della teoria ci fosse solo la pratica, saresti tu la più brava … e il primo della classe se ne starebbe li ad aspettare il libretto di istruzioni.
Articolo scritto da Benny Fera Psicologo dislessico e autore
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