Oltre la Dislessia c’è un mondo che è necessario conoscere

Non basta aiutare i bambini a leggere e a scrivere, bisogna andare oltre i DSA per capire la causa di alcuni loro comportamenti.

Ho iniziato a studiare i Disturbi di Apprendimento nel 2013, anno in cui ho scoperto io stesso di essere dislessico.

Da quel momento ho capito tante cose

Prima di tutto che non era colpa mia del cattivo rendimento scolastico e della cattiva condotta, ho scoperto solo dopo, e troppo tardi, che le mie difficoltà erano dovute a una diversità neurobiologica chiamata appunto DSA.

Ho iniziato a comprendere che infondo, nonostante l’impegno che ci mettessi sui banchi di scuola, i risultati erano sempre scarsi, e con il senno di poi, mi sono chiesto se davvero i metodi scolastici fossero adeguati al mio stile di apprendimento.

Si è sempre pensato che i bambini devono adattarsi all’apprendimento, per poi capire che in realtà ogni bambino ha il suo stile di apprendimento e che nella maggior parte dei casi si avvicina a quello della didattica scolastica.

Per me, come per molti altri studenti, con una memoria visiva e con uno stile di apprendimenti intuitivo, a discapito di una memoria di lavoro scarsa, non c’era spazio, il nostro destino è stato quello di essere etichettati come asini e buoni a nulla.

Oggi il numero delle etichette nelle scuole è aumentato a dismisura “DSA, BES, ADHD, ASD…” è un male o un bene? Sicuramente meglio di essere bollato come asino e buono a nulla!

Di sicuro meglio per proteggere lo studente da eventuali attacchi e forzature da parte degli insegnanti, compagni di classe e genitori.

Il fatto che la scienza progredisca nella ricerca e ci dia delle opportunità di migliorare, non dobbiamo vederlo come una minaccia, ma come un modo per fare meglio il nostro lavoro.

Ma cosa c’è oltre la Dislessia, cosa c’è oltre i Disturbi Specifici di Apprendimento?

Anche i comportamenti e il modo di percepire il mondo è diverso per una persona con DSA.

DSA = Neurodiversità !!

Quando parliamo di Neurodiversità apriamo un vasto e affascinante capitolo che va assolutamente preso in considerazione se non vogliamo rischiare di rovinare la vita di bambini, studenti e persone…

Sicuramente il Piano Didattico Personalizzato per gli studenti con Disturbo di Apprendimento è molto utile e li mette al pari degli altri negli apprenidimenti, ma non è solo di questo che l’individuo ha bisogno, ha bisogno anche di essere capito!

Capito in cosa?

In qualcosa che spesso non si vede e che nemmeno loro riescono a riconoscere.

Il modo di percepire il mondo è diverso!

Partiamo dai 7 sensi: Vista; Udito; Olfatto; Tatto; Gusto; Vestibolare; Proprioccettivo.

Queste persone possono avere alcuni di questi sensi che funzionano diversamente del normale.

La scienza ha trovato che in ogni individuo c’è una miscela diversa di ipo e iper sensibilità nei diversi sensi.

Facciamo un esempio:

Matteo in classe è distratto, e sembra perso nel nulla, anche se viene richiamato, sembra non sentire!

Cosa è successo a Matteo?

Matteo è ipersensibile a livello uditivo e la confusione della classe dopo un pò di tempo sovraccarica il suo sistema cognitivo che automaticamente esclude tutti i sensi per proteggerlo dal dolore.

Si, Matteo prova una sofferenza interiore quando sottoposto a diversi stimoli uditivi, anche se lui si sforza di metterli sullo sfondo, per il suo cervello sono tutti importanti, e quindi cerca di elaborarli andando in sovraccarico.

Strano vero? ma di esempi così ve ne potrei fare migliaia, in base alla combinazione dei sensi ipersensibili del singolo individuo.

E voi stessi, se avete un figlio o uno studente con DSA, potete notare qualcosa di “strano” nel loro modo di comportarsi:

  • essere selettivo nella scelta dei cibi (ipergusto)
  • essere estremamente attento ai dettagli e non alla scena principale (ipervista)
  • essere attratto o repulsivo verso odori forti (ipo o iper olfatto)
  • essere sempre in movimento o troppo rigido (iper o ipo vestibolare)
  • lamentarsi per disturbi intestinali o cardiaci (iper interoccettivo)
  • Sbattere sempre ovunque essere maldestro (ipo proprioccettivo)

Tornando a Matteo…. cosa succede dopo?

Probabilmente l’insegnante, quando vede che non sente di essere chiamato, si avvicinerà a lui mettendosi nel suo campo visivo, ed è cosi che finalmente Matteo sembra svegliarsi dal sistema di protezione.

Adesso Matteo ha ripreso i sensi e dovrà di nuovo sottoporsi alla confusione della classe, questo lo porterà inevitabilmente ad avere delle reazioni che possono essere di rabbia, di pianto, di protezione, di oppositività, ed ecco che ci troviamo davanti al “bambino difficile”.

A livello emotivo, Matteo sarà distrutto, si sentirà strano, frustrato, triste, inutile, probabilmente si maledirà, oltre ad essere completamente esausto al termine delle ore scolastiche, e per di più non saprà nemmeno dare una spiegazione al suo disagio.

Come può pretendere Matteo di essere “capito” se gli altri non provare il suo iper udito?

Cosa si potrebbe fare praticamente per Matteo?

Ad esempio concedergli di uscire dalla classe 10 minuti ogni ora o al bisogno, per stare in una stanza tranquilla in modo da rigenerarsi, oppure ogni tanto poter usare delle cuffie per potersi isolare anche in classe.

Certo, potrebbe risultare “strano” e non semplice da applicare, o addirittura oggetto di discriminazione da parte dei compagni, ma questo non avverrebbe se nella classe c’è un’insegnante competente, che conosce la difficoltà, e sa spiegarla anche al resto della classe.

Infondo è questo il mio lavoro.

Mi occupo di formazione per insegnanti, su tutto il territorio nazionale.

È chiaro che questo articolo non basta per approfondire il tema della Neurodiversità, ma un corso in aula può dare gli giusti strumenti per guardare sotto un’occhio più “clinico” alcuni comportamenti dei bambini come la distrazione, la cattiva condotta, improvvise crisi di pianto, esplosioni di rabbia.

I servizi che offro in questo campo sono principalmente 3:

  1. Formazione e sensibilizzazione in aula al tema dei DSA, Neurodiversità e disagio scolastico composto da 3 moduli in base al tipo di fruitore: insegnanti; Studenti; Genitori.
  2. Supporto online per la famiglia nella gestione del comportamento di bambini con DSA a casa ove ci siano delle disfunzioni nella regolazione quotidiana.
  3. Supporto online per adulti che si scoprono DSA, con difficoltà nella regolazione della vita quotidiana e nella regolazione emotiva.

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Dr. Fera Benedetto, Psicologo esperto DSA e Neurodiversità; Autore di 6 libri sul disagio di vita; Relatore e Formatore.

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