Horror school – la testimonianza di Catia

Si parla sempre di Bullismo tra studenti, oggi vi racconto la storia di un’insegnante violenta.

Oggi è Sabato e Catia ha voluto raccontarmi la sua storia

Sinceramente avrei preferito non leggerla

Speravo che non potesse mai succedere qualcosa del genere…

Un senso di rabbia sale dallo stomaco ed ancora di più si accende la voglia di cambiare la scuola!

Vi lascio alla lettura della testimonianza di Catia

Quello scricciolo dagli occhietti vivaci della scuola ha conosciuto il lato peggiore, quello che nessun bambino dovrebbe mai conoscere.

Più o meno a metà della prima elementare i primi segnali: incubi , risvegli in piena notte nel panico assoluto, enuresi, inappetenza vomito, quel raffreddore perenne da settembre a giugno, quel nascondersi sotto la sedia coprendosi la testa con le mani al momento di fare i compiti …

La pediatra diceva di stare tranquilli , per poi scoprire da una telefonata che quel giorno la maestra che da mesi sfogava su di lui le sue frustrazioni di donna tradita, ha deciso di esagerare, non bastavano più gli insulti, le minacce, chiamarlo animale, bestia, dirgli meriti di morire, i ceffoni dietro la nuca, quel giorno aveva deciso di prenderlo per i capelli e trascinarlo su e giù per le scale, lui nemmeno stavolta aveva avuto il coraggio di raccontare.

Dopo un primo momento di sconforto è iniziato un lungo percorso di ricostruzione, durante la terapia la psicologa ci informa che probabilmente aveva un disturbo dell’apprendimento, trovare la specialista giusta con la quale lui decidesse di collaborare non è stato semplice, ma quella dottoressa che giocava con lui gli è stata da subito simpatica, dopo l’iniziale diffidenza si è aperto ed ha cominciato a collaborare.

Nel frattempo io dovevo capire qualcosa di DSA , ne avevo sentito parlare ma io volevo comprendere di cosa si trattava per spiegarlo a lui nel modo migliore possibile, così nei ritagli di tempo che la gestione di tre figli, le sedute con la specialista, gli esercizi di potenziamento, i compiti a casa ecc.  mi lasciavano, studiavo anche questo, oltre al codice penale ed alle sentenze perché nel frattempo anche la vicenda legale stava avendo i suoi sviluppi.

Abbiamo vissuto mesi durissimi tra mattinate di ansia per come potesse stare a scuola , interminabili pomeriggi al tavolo della cucina a pregarlo di fare i compiti …

Poi finalmente una  nuova scuola scelta con cura, quella maestra meravigliosa che dopo pochissimi giorni mi prese da parte e mi disse” deve stare tranquilla, lui è super intelligente, gli hanno distrutto l’autostima ma ora ci pensiamo noi”. Ho pianto tanto quel pomeriggio con lei..

Mantenne la promessa , ogni giorno non faceva che lodarlo, se scriveva un racconto( la fantasia di certo non gli manca), glielo faceva leggere ad alta voce in classe (lui non ha difficoltà a leggere, legge e comprende benissimo è disgrafico e discalculico), lui le diceva che scrive canzoni , lei se le faceva portare e lo elogiava, lui le portava un video girato con la telecamera nel giardino dei nonni e lei gli diceva che aveva una grande dote e che avrebbe potuto fare il reporter, gli prometteva di portare la telecamera alla gita scolastica ecc..

In breve tempo i suoi bellissimi occhi blu sono tornati luminosi, la mattina entrava a scuola con il sorriso.

Oggi la scuola per lui non è facile, qualche volta quando si trova in difficoltà fa ancora il pagliaccio per spostare l’attenzione, ma oggi siamo in seconda media e va molto meglio , le sue difficoltà permangono, ma per lui la diagnosi è stata un sollievo, gli abbiamo spiegato che non è stupido, anzi il suo QI  è sopra la media, semplicemente il suo cervello lavora in maniera diversa, il modo più semplice che ho trovato per spiegarglielo è stato: al tuo cervello non bastano le spiegazioni semplici, le trova noiose, cerca strade alternative per comprendere alcune cose, fa un giro più lungo, le comprende più a fondo, perché è così , o perché lo dice la maestra a lui non basta.

Non so se sia stata questa spiegazione o il lungo lavoro che abbiamo e stiamo tuttora facendo per ricostruire la sua autostima , ma l’ha presa benissimo non si vergogna di dire sono DSA, ne di chiedere gli aiuti che gli spettano, oggi è un ragazzino solare, pieno di interessi e di entusiasmo, ha un cuore ed una sensibilità immensi, a scuola ci va ancora col sorriso, per lui e per noi i voti non sono significativi, solo la sua serenità lo è!

Per nessuno di noi è stato facile sentirlo al sicuro dentro una scuola, forse per questo io ho scelto di prendere parte attivamente alla vita della scuola, entrarci dentro, conoscerne il funzionamento, avere una collaborazione attiva con i docenti, qualche volta abbiamo un piccolo crollo , poi ci rimbocchiamo le maniche e riprendiamo a lavorare.

Tra le molte ricerche che ho fatto in questi anni mi ha aiutato molto quel libro scoperto per caso sulla pagina Facebook “ viva la dislessia” , quel libro ordinato di getto, letto in brevissimo tempo, con le lacrime agli occhi ritrovavo mio figlio ne “il bambino dimenticato” , Benny  mi è entrato nel cuore con tutta la sua sofferenza, ho ordinato subito tutti gli altri suoi libri, e continuo ad ordinare ogni suo nuovo libro.

Grazie Benny

Dopo aver letto questa storia, mi vengono in mente tutti quegli insegnanti e genitori che mi dicono:

“Eh ma adesso la scuola è cambiata non è più come ai tuoi tempi”

Certo, è cambiata, ma in peggio a quanto pare!

A memoria non ricordo di nessuna maestra che mi abbia mai messo le mani addosso.

Adesso che conoscete la testimonianza di Catia, potete capire a cosa serve il mio lavoro.

Il mio lavoro serve a dare una voce a quei bambini che si sentono oppressi e non riescono a raccontarsi.

Per quei bambini che soffrono in silenzio!

Ho conosciuto il figlio di Catia

e come è ben descritto nella testimonianza è un ragazzo molto intelligente!

Io e lui ci siamo confrontati sulle nostre passioni, videocamere e video.

In effetti l’ho trovato bene!

Un bambino tranquillo e finalmente sicuro di se.

Vederlo oggi rende il mio cuore felice.

Caro Giorgio, voglio dirti che la mia battaglia non ha fine, non smetterò di combattere per i bambini come te che hanno subito violenza.

Non smetterò di combattere per i bambini che a scuola si sentono in gabbia.

Per me è una missione, un riscatto che finalmente è arrivato.

Anche tu vuoi raccontarmi la tua testimonianza con la scuola?
Scrivimi in privato.

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