DSA: gli aspetti comportamentali vengono spesso sottovalutati

La grande domanda sulla quale mi sono posto sempre molti dubbi è: quanto peso stiamo dando agli aspetti comportamentali e di personalità che spesso nel DSA si presentano?

Nella scuola di oggi, nella maggior parte dei casi succede che ci si occupa degli aspetti pratici legati difficoltà della lettura, scrittura e calcolo, dei Disturbi Specifici di Apprendimento, utilizzando metodi compensativi e dispensativi.

Ma questo è sufficiente?

Non sempre! Molti insegnanti non rispettano i PDP, e alcuni addirittura non sanno nemmeno cosa siano i DSA, quindi ci si trova spesso ad affrontare una vera e propria lotta per raggiungere il rispetto dei diritti che la legge 170 impone.

È stato dimostrato che non sono solo gli aspetti legati alle difficoltà didattiche ad essere preponderanti nel disagio legato ai DSA, ma ci sono anche degli aspetti comportamentali che vengono trascurati.

È chiaro che esistono le eccezioni, e ci sono insegnanti che hanno capito che l’aspetto più importante non è solo di ordine pratico nel rispetto del PDP, ma anche di ordine morale nel far sentire questi bambini inclusi nella classe.

Ma non tutti gli insegnanti hanno queste competenze, quindi cosa fare quando un bambino è a disagio a scuola?

Sarebbe molto importante approfondire le diagnosi per accertare che oltre ai DSA non ci siano altre difficoltà che influiscono sul comportamento del bambino.

Sono certo che nella maggior parte dei casi, l’equipe che svolge una diagnosi, si occupi di diversi aspetti diagnostici legati al paziente.

Spesso infatti insieme ai DSA, c’è anche un problema di attenzione o di iperattività (ADHD). È chiaro che in questo caso, non basteranno soltanto i metodi compensativi e dispensativi, ma ci troveremo davanti un bambino spesso in movimento e disattento, ed anche in questo caso non sono molti gli strumenti che ha la scuola a disposizione.

E cosa dire di alcuni disagi che spesso sono quasi trasparenti, ma che influiscono pesantemente sulla vita del bambino?

Sto parlando della Sindrome di Asperger, anche detto Autismo di primo livello.

Si definisce un Autismo ad alto funzionamento perchè l’individuo riesce ad adattarsi alla società emulando i comportamenti degli altri, ma dentro di se è spesso a disagio.

Non è una malattia, ma come si dice per i DSA, è un modo diverso in cui il cervello funziona rispetto agli stimoli ambientali e sociali.

Alta sensibilità, difficoltà a stare in grandi gruppi, disagio in situazioni con una molteplicità di stimoli ambientali, frequenti sbalzi di umore immotivati, difficoltà di gestione della rabbia, difficoltà a comprendere le regole della socializzazione, interessi specifici, la lista potrebbe proseguire ma non voglio far diventare questo articolo un compendio scientifico.

Voglio solo mettere in luce una neurodiversità spesso poco conosciuto e che spesso i clinici non prendono in considerazione nella diagnosi.

Questi bambino sono a disagio in classe, sono bloccati nello stare tra tanta gente, sono bloccasti dal forte stress provato nel clima competitivo della classe, hanno difficoltà a socializzare e per questo soffrono, preferiscono stare in ambienti isolati e dedicarsi ai loro interessi.

A mio parere è molto importante prendere in considerazioni questi aspetti , sia perché il costo a livello fisico e psicologico per questi bambini è veramente molto alto ed escono dalla scuola distrutti, sia perché si può fare qualcosa prima.

Con una diagnosi di Asperger si può condurre il bambino in un percorso di auto conoscenza, auto accettazione, e imparare alcune tecniche comportamentali e sociali che gli consentono di vivere meglio.

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Dr. Fera Benedetto
Psicologo e Autore

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