Il tema della solitudine è spesso legato alla Dislessia.
Molto dipende dagli insuccessi scolastici che portano il bambino a sentirsi inferiore agli altri.
C’è la tendenza ad evitare il confronto per la paura del giudizio
Durante i miei approfondimenti sui DSA, ho capito che non è solo questo il motivo per cui questi bambini si isolano.
Ci sono anche tratti di personalità che condizionano il comportamento.
Ricordo che i miei genitori erano spesso preoccupati per me che uscivo poco e avevo pochi amici.
Ho scoperto a 30 anni di essere dislessico e questo ha aperto le porte alla conoscenze del mio stile mentale.
Si chiama “personalità creativa”.
É tipico della personalità creativa avere una fervida immaginazione che fa a cazzotti con le lettere e i numeri.
Questo modo di essere comprende anche una estrema sensibilità.
La sensibilità deriva dal fatto che abbiamo una forte empatia e quindi ci immedesimiamo anche senza volerlo nel dolore degli altri.
La ricerca della solitudine per alcuni di noi è necessaria e addirittura ristorativa.
Passare troppo tempo nella confusione o ad ascoltare persone che hanno bisogno di aiuto mette in moto la mia empatia e quindi scatta in me la tendenza naturale a vivere quelle stesse emozioni.
Questa tendenza può essere nociva perché, per guardare al malessere agli altri dimentichiamo, noi stessi.
Spesso questo tipo di personalità si avvicina a compagnie affini alle loro caratteristiche e non disdegnano di tanto in tanto la vita modana.
Mi rivolgo a tutti quei genitori che sono preoccupati perché i figli hanno pochi amici, oppure escono poco.
Lasciate che i vostri figli scelgano chi frequentare.
Piuttosto che insistere, cercate di fagli capire che voi comprendete la sua sensibilità.
Ognuno di noi sa perfettamente cosa è giusto o sbagliato per se stesso perché lo sente nel profondo del cuore.
Per le persone sensibili stare sole è rigenerante e consente di esprimere al meglio la creatività.
Il periodico contatto con la nostra interiorità è la chiave per stare bene con noi stessi e di conseguenza anche con gli altri.
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Benny Fera
psicologo dislessico e autore
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Il bambino dimenticato (autobiografico)