C’è veramente da divertirsi con le storie di C. e mamma Bettina.
Il racconto che segue mi ha riportato indietro nel tempo, alle mie difficoltà ed al mio modo di affrontare la scuola.
Buona lettura 🙂
La voglia.
Ho incontrato un’altra mamma. Mi racconta che suo figlio è vero che è dislessico, ma il suo problema è che NON HA VOGLIA di studiare.
Anche questo è un genitore che non SA cosa è la dislessia.
Quando incontro questo tipo di genitori, mi rattristo per i loro figli.
Ma cos’è questa voglia? Come si fa ad averla? Dove si va a prenderla?
- scrive un tema. Non si contano gli errori di ortografia, le omissioni. La suddivisione delle sillabe è un optional. Non si dovrebbe andare a capo sul rigo in questo modo: interruz-
-ione. C. però ci va.
Il contenuto è ricco di riflessioni, conclusioni personalizzate e riferimenti alla realtà delle cose.
La maestra dice che c’è da lavorare tantissimo. C. deve concentrarsi sulla scrittura, cercare di correggersi e diminuire gli errori perché quando vuole lo sa fare.
A casa ci alleniamo. C. mi dice che non ha voglia di scrivere.
“Proviamo!”, rispondo.
Inizia a scrivere cosa ha fatto il finesettimana, stando molto attenta a mettere bene insieme le lettere, poi le parole, poi i verbi.
“Questo week end sono stata a casa!”. FINE
Mi viene da ridere a crepapelle, perché non è vero. C. è uscita con degli amici ed è andata al parco a giocare a pallone. “Tutto qui?”, chiedo.
“Sì…”, dice lei, “…se scrivo tutto quello che ho fatto non posso controllare gli errori.”.
E’ per questo che non hai voglia?
- fa una faccia strana, ci pensa e risponde di sì. “Sì, devo stare attenta a troppe cose e mi passa di mente quello che voglio dire”.
Allora dico a C. di scrivere come le pare, di raccontare e di non stare dietro alle parole.
- fa un testo di due pagine scritte a mano. “Descrive il tempo, che c’era il sole, descrive gli amici con cui è uscita, descrive la partita di pallone, che avevano sete e racconta anche dell’acqua fresca che usciva dalla fontana. Conclude che gli amici sono importanti e che correre all’aria aperta fa bene.”
Questo sì che è un bel tema! C. batte le mani dalla felicità. Lo fa spesso quando è contenta. Suggerisco a C. di tenere fede al contenuto e non alla forma. Meglio un contenuto ricco e interessante che una bella forma e un contenuto vuoto, misero, senza senso.
Il giorno dopo in classe quando la maestra chiede: “Chi ha voglia di venire a scrivere alla lavagna?” C. alza la mano (non lo aveva mai fatto) e va a scrivere. Le viene dettato un testo. C. scrive con il suo modo. Alcuni compagni si lamentano e sostengono che C. non è capace di scrivere.
Si volta e risponde loro: “Il problema è vostro che non sapete leggere quello che io scrivo. Fatevi venire la voglia!”.
(…segue)
Vi faccio una domanda:
Quanto è importante che i genitori sappiano cos’è la dislessia?
Quando avremo dei genitori consapevoli, avremo anche dei figli più sicuri in grado di rispondere come C. : “fatevi venire la voglia!”
Un grande saluto a Bettina
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Benny