“Apprendimento e realtà virtuale”: idea dislessica.

Modalità di apprendimento innovativa grazie alla realtà virtuale immersiva.

A proposito di dislessia e  creatività, vorrei raccontarvi di un’idea che mi venne in mente un giorno a proposito dell’apprendimento e della realtà virtuale.

Ero a Rovereto, periodo in cui mi sono dedicato alla ricerca sul comportamento animale presso il Cimec.

In quel periodo abitavo solitario in un bellissimo monolocale, avevo molto tempo libero e pensavo spesso a qualche attività divertente per occupare il tempo.

Una sera, a letto, durante un momento di intensa immaginazione :D, mi ritrovai a suonare “il piano virtuale”. Di li a poco nacque una forte attrazione mentale verso lo strumento, ma solo mentale, in quanto, la sera, nel letto, prima di addormentarmi, immaginavo la tastiera di un piano virtuale davanti e me, e suonavo (una sorta di musicista virtuale, vi sembrerà strano, ma poi ho scoperto che suonavo meglio nella mia mente che dal vivo :P).

Suonare il piano è stata una di quelle passioni nate dal nulla, tipico di persone “multipotenziale” (ho imparato ieri questo termine, vi linko il video a proposito della personalità multipotenziale se siete curiosi clicca qui).

Tornando a noi, dopo un lungo periodo da musicista sognatore virtuale, decisi di comprarmi un piano elettronico (erano tutti contrari, tranne me). 

Avevo intuito che ci fosse una certa regolarità nei tasti del pianoforte, infatti quando scoprii che i tasti si ripetevano ogni 8 bianchi, fu facile per me capire la logica del piano, non mi restava altro che fare pratica, MOLTA PRATICA.

Ed è proprio a proposito della pratica che nacque il grande dilemma: “Dovrei stare seduto qui, ore ed ore, per acquisire manualità! che palle e che fatica, non si potrebbe trovare una soluzione alternativa?”.

Ed è a questo punto che si unirono le mie conoscenze di psicologia alle mie conoscenze (poche) tecnologiche.

Allora pensai: l’apprendimento avviene nel cervello, le mani sono comandate dal cervello, ma se io riuscissi anche solo a vedere delle mani che che suonano, posso anche evitare di muoverle io e stare semplicemente a guardare, “essi ragazzi!, si può fare”.

La teoria dei neuroni specchio dice che le stesse aree del cervello che si attivano quando compiamo un’azione, si attivano anche quando vediamo compiere l’azione da un altro. ve l’ho spiegata in breve, se vi interessa approfondire vi lascio un link qui, una scoperta tutta italiana.

Dunque: “mi videoregistro e mi riguardo in video!” Ero gasato. Poi ho pensato, “ma cosa imparerò da me stesso?” risposta: “beh, guardando e riguardando l’esercizio al piano mi si ficcherà in testa!”. Ma dentro di me sapevo che c’era una soluzione migliore. Pensai: “certo se registrassi le mani di un maestro di pianoforte! sarebbe molto più figo e più istruttivo”. 

Perfetto, avevo la soluzione in mano, ormai ero al settimo cielo, questa idea mi aveva rapito, volevo metterla in pratica! 

Fu allora che parlai con miei ex colleghi di ricerca, avevo bisogno di confrontarmi, ed avevo anche paura che la mia idee facesse acqua, avevo paura che qualcuno che ne sapesse più di me, trovasse un baco nell’idea. Ma continuavo a ripetermi che l’idea “virtuale”era semplicissima e molto funzionale. doveva funzionare!.

Mi venne in mente la frase di Einstein: “non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarla a tua nonna”. L’ho spiegata a mia madre e l’ha capita, purtroppo mia nonna è morta.

Vi dico subito che andò tutto bene, le reazioni furono tutte positive. Mi ricordo ancora la risposta del mio prof: “Si Benny!, potrebbe funzionare!”.

Da quel momento in poi ebbi modo di testare e far valutare l’idea grazie a 20 ragazzi che parteciparono alla prova (ricevetti tutti ottimi feedback), partecipai ad un concorso per una start up dalla quale fui scartato per poco (non avevo le competenze tecnologiche sufficienti).

il mio progetto progrediva sempre più nella mia mente, infatti pensai di realizzare un prototipo con la realtà virtuale, attraverso degli occhiali virtuali (oculus rift: ci sono diversi video divertenti su youtube). 

….Arrivo al finale: Non avevo le competenze tecniche necessarie per realizzare la mia idea, cosi decisi di affidarmi a qualcuno di esperto. Cercando, cercando, trovai un gruppo di ragazzi che realizzavano video games. Si mostrarono subito disponibili alla collaborazione. Purtroppo il preventivo si aggirava intorno ai 20’000 euro, quindi non potevo permettermelo. Cosi ho deciso di mettere l’idea nel cassetto :).

Vi posso far vedere il massimo che sono riuscito a fare da solo sulla chitarra (sono stato anche un chitarrista jazz :P): clicca qui per vedere i video su youtube.

Conclusioni: considero l’idea un’innovazione nel campo dell’apprendimento, estendibile a tutti i campi delle arti manuali. se qualcuno è interessato a darmi una mano io sono qui :).

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Grazie alla dislessia ho la possibilità di immaginare e creare direttamente nella mi mente.

Grazie e alla prossima

Benny

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