Meglio una Diagnosi o una Soluzione?

Faccio subito una premessa: da Psicologo, sono stato proprio io il primo a voler cercare una definizione di me stesso in una diagnosi!

È dilagante ormai la ricerca di un’autodefinizione di se stessi in ambito di disturbi psicologici.

Sono moltissime le persone che cercano online i famosi TEST per sapere se sei ADHD; Asperger; DSA; o sei hai un disturbo di Personalità e via dicendo.

Ma ti basterà davvero auto definirti in un’etichetta?

Di sicuro molti dei Disturbi nomenclati nel manuale diagnostico degli psicologi (DSM) sono utili ad avere delle linee guida su cui orientarsi quando noi Psicologi ci troviamo davanti ad un paziente con determinate caratteristiche, ma c’è da dire una cosa molto importante: la scienza non è la risposta a tutto e non è la verità al 100% sopratutto quando si parla di problemi psicologici.

Perché ci tengo a fare questa precisazione?

Perché molte persone sul web, si fanno autodiagnosi e si auto definiscono con il rischio di sbagliare di grosso senza essere seguiti da uno specialista che conduce una diagnosi completa.

Non solo! Una volta che ti auto definisci in un’etichetta potresti cadere nella classica trappola “sono fatto cosi” e quindi troverai una scusa per ogni tua azione o reazione.

Tutto questo ti è davvero utile?

E sei sicura che l’auto diagnosi sia veritiera al 100%?

Ma a prescindere da questo, io credo che tu abbia cercato un test online per capire meglio qualche problema ti attanaglia da tutta la vita.

Una vota finito il test, avrai avuto una reazione di scoraggiamento, o di meraviglia nel riscoprirti in una etichetta. Ma questo è solo un momento, finirà presto, e non ti aiuterà a risolvere i tuoi problemi.

I problemi restano, nonostante il risultato che ti ha dato il test, continuerai a farci i conti ogni giorno, e magari nella tua testa continuerai a dirti “sono fatta cosi!”

Una delle cose più importanti che ho capito nel mio percorso di vita e di professionista è che, se è vero che le difficoltà ci sono, è anche vero che ci sono delle soluzioni!

Ed ancora, per quanto le diagnosi anche professionali possano essere ben fatte e dettagliate, laasciano spazio ad altre mille sfaccettature che esulano dalla diagnosi stessa.

Quello che ho fatto è stato di cercare il migliori specialisti in base alle difficoltà che avevo e allo stesso tempo di leggere dei libri sul tema.

Quindi il mio approccio è cambiato da uno di tipo Determinista (sono fatto così!) ad uno Funzionalista (come posso migliorare?)

In effetti nonostante tutti i problemi che ho riscontrato nella mia vita: Ansia, Attacchi di Panico, impulsività e reattività, DSA, difficoltà nelle funzioni esecutive; mi è stato molto utile agire in modo Funzionalista.

Si, sono riuscito a strutturare la mia vita in modo funzionale al mio modo di essere.

Oggi, quindi, quelli per me non sono più problemi!

Non ti servirà ascoltare il consiglio dell’amico, perché lui non funziona come te, non ti servirà fare auto diagnosi, perché ti porterà a chiuderti in un’etichetta.

Ti consiglio di lasciarti aiutare dallo psicologo che più ti ispira e di cercare aiuto in base alle difficoltà che stai vivendo in questo momento.

Se intendi confrontarti con me per cercare insieme una soluzione al tuo problema ti invito a scrivermi su whatsapp cliccando qui

oppure compila il modulo qui sotto

Torna indietro

Il messaggio è stato inviato

Attenzione
Attenzione
Attenzione
Attenzione
Attenzione!

Dr. Fera Benedetto – Psicologo.

Test Adulti: Disattenzione e Iperattività (ADHD)

  1. Le capita spesso di non prestare una adeguata attenzione ai dettagli, o di fare errori di distrazione nel suo lavoro oppure durante lo svolgimento di altre attività?

2. Trova spesso difficoltà a mantenere l’attenzione a lungo sui compiti?

3. Si sente dire spesso che sembra non ascoltare quando le persone le parlano?

4. Spesso non segue le istruzioni e non riesce a portare a termine i compiti, oppure non riesce a far fronte agli impegni?

5. Trova spesso difficoltà nell’organizzare gli impegni e le attività?

6. Spesso evita (o prova avversione, oppure è riluttante a fare) attività che richiedono uno sforzo mentale sostenuto?

7. Le capita spesso di perdere le cose che le servono per i suoi compiti o attività?

8. Viene spesso distratto/a da stimoli esterni?

9. E’ spesso sbadato/a durante le attività quotidiane?

10. Muove spesso le mani e i piedi nervosamente, oppure non smette di muoversi quando è seduto?

11. Spesso si alza in piedi in situazioni che richiedono di restare seduti?

12. Si sente spesso irrequieto?

13. Ha difficoltà ad intraprendere attività di svago in modo tranquillo?

14. Lei è spesso in movimento e agisce come se fosse “azionato da un motorino”?

15. Spesso parla eccessivamente?

16. Spesso spara la risposta prima che le domande vengano completate?

17. Spesso trova difficile aspettare il suo turno?

18. Le capita spesso di interrompere le attività degli altri, oppure di essere invadenti con gli altri?

Queste 18 domande sono estrapolate da un test diagnostico per valutare l’ADHD negli adulti.

ADHD vuol dire Disturbo Deficit di Attenzione e Iperattività.

Questo tipo di Disturbo può dare una serie di conseguenze a livello psicologico (ansia, bassa autostima, irritabilità, depressione), a livello sociale, e lavorativo.

Se hai risposti SI a molte delle domande, ti consiglio di approfondire.

Esistono dei percorsi psicologici per rendere la vita di queste persone più funzionale.

Se ti interessa svolgere il test completo scrivimi su whatsapp e fissiamo una consulenza online: il test richiede almeno un’ora di tempo e la presenza di un partner o familiare stretto.

Se invece ti rendi conto di avere questo tipo di difficoltà e vuoi direttamente agire e conoscere meglio il problema ti consiglio di iscriverti al corso cliccando qui

Se invece ritieni di voler affrontare la questione di persona con uno psicologo, scrivimi su Whatsapp per fissare un appuntamento

Dr. Fera Benedetto
Psicologo

Studi Universitari: Metodo efficace o Motivazione?

Date le difficoltà che in passato ho avuto con gli studi, mi sono sempre chiesto quale sia il modo più efficace per memorizzare e riuscire a completare gli studi universitari in un tempo ragionevole.

Oggi posso dire, dopo anni di esperienza come studente e di Psicologo che si occupa di strategie di apprendimento, che le variabili di una buona riuscita non sono soltanto due.

Sono molti gli studenti che si rivolgono a me con il desiderio di conoscere la propria modalità di apprendimento, in modo da poter apprendere con meno fatica.

Per molti, apprendere attraverso la lettura non è ideale, quindi si preferisce l’ascolto, le immagini e l’attivazione emotiva.

Per ogni persona, funziona una strategia diversa.

Un errore che spesso commette chi si approccia a un nuovo metodo di studio è quello di pensare che sarà finalmente la soluzione magica a tutti i loro problemi, e purtroppo molto spesso non è cosi.

Il primo ingrediente di cui gli studenti sono spesso carenti è la motivazione.

C’è una buona fetta di studenti che ha difficoltà nello studio, non solo per il metodo, ma soprattutto per la motivazione.

La prime domande che faccio quando intraprendo un nuovo percorso strategico con uno studente è: “Ti piace quello che studi? Perché hai scelto questa facoltà? Qual’è il tuo obiettivo finale?”

Ed è a queste domande che spesso lo studente tentenna, non hanno un vero progetto, un obiettivo, una visione, e senza questo la capacità di apprendimento cala del 50%.

Il cervello ha bisogno di uno stimolo per intraprendere una qualsiasi attività, a maggior ragione quando non è facile ed aa volte anche noiosa.

Io stesso ho tentennato molto durante gli studi di Psicologia, si è vero le mie difficoltà di apprendimento mi hanno messo non poco i bastoni tra le ruote, ma è stata la motivazione a darmi la spinta a completare gli studi in 3 anni.

Cosa mi ha motivato?

Ho provato per un anno a lavorare come impiegato di azienda, questo lavoro se pur dignitoso, mi ha fatto capire che non era per me, volevo qualcosa di più impegnativo, che stimolasse la mia mente.

Dopo un anno di resistenza, ho lasciato di netto il lavoro e in poco tempo ho fatto più esami di quanti ne abbia fatti nei 5 anni precedenti.

Ho completato nel giro di tre anni, sia la laurea triennale che la laurea specialistica.

Ero sorpreso di me stesso ed avevo imparato una grande lezione, non stavo studiando per imparare e memorie le materie d’esame, stavo studiando per diventare Psicologo, poter aiutare le gente, e fare un lavoro che mi incuriosisce e gratifica.

La motivazione è al primo posto! Cosa viene dopo?

Sicuramente l’organizzazione e il metodo.

Online ci sono molti corsi che insegnano metodi di studio, ma nel tempo che ci vuole per trovare quello giusto per te, avrai speso molti soldi, e non avrai risolto.

È più probabile che tu diventa un esperto di metodi di studio, che un maggiore conoscitore delle tue abilità di apprendimento.

I metodi standard non vanno bene per tutti, bisogna valutare i canali sensoriali della persona e i canali di apprendimento preferenziali per poter strutturare un metodo ad hoc.

Non di meno importanza è l’organizzazione.

Hai presente quando inizi a rimandare lo studio, quando non ti organizzi, quando non fissi delle routine di studio quotidiane, quando sei disordinato che non riesci nemmeno a trovare i libri? Ebbene queste si chiamano Funzioni Esecutive e spesso ne siamo deficitari, anche se non lo riconosciamo.

Da esperto in questo settore, ho capito anche che molti studenti si affidano a me con l’idea che io possa fare il lavoro al posto loro. È chiaro che loro non se ne rendono conto, ma inconsciamente sperano che qualcuno possa prendersi cura di loro facendo pochissimi sforzi.

In realtà, per quanto tu possa trovare una persona motivata che ti guidi nello studio, il lavoro spetta tutto a te.

Ti assicuro che un lavoro strutturato bene, cambia decisamente anche l’umore con il quale ti approccerai allo studio, e questo fa non poca differenza.

Probabilmente ti senti perso e non sai nemmeno da dove iniziare per riprendere in mano i tuoi studi, oppure sei disperato perché hai molta motivazione, ma non riesci a portare a termine i tuoi studi perché non riesci ad organizzarti.

Ti lascio qui sotto il mio contatto whatsApp qualora tu voglia contattarmi e fissare una consulenza online.

CLICCA QUI per scrivermi su Whatsapp

Dr. Fera Benedetto
Psicologo

Test: 5 Aspetti della tua vita Necessari per Vivere Bene

Hai mai immaginato una vita perfetta?

Ebbene non credo che esista, ma esistono modi per rendere la vita equilibrata.

Ho sempre considerato la prevenzione molto più importante della cura, e di questo se ne parla più spesso nel settore alimentare, che nel settore della salute mentale.

Ti vorrei descrivere alcuni aspetti della tua vita che dovresti curare per trovare un equilibrio che ti faccia sentire bene.

Leggi fino alla fine per fare il test.

i 5 Principi sui quali bisogna impegnarsi per avere una vita sana sono:

  1. Cura della salute fisica
  2. Cura della Mente
  3. Interessi Sociali
  4. Cura dello Spirito
  5. Cura del Lavoro

Sul primo punto siamo tutti d’accordo perché spesso è quello più evidente; infatti i problemi di salute sono quelli che si fanno sentire di più e sui quali decidiamo di prendere provvedimenti.

Sul secondo punto ho molti dubbi riguardo a noi occidentali. Dalle nostre parti si bada poco alla cura e alla prevenzione della salute mentale, si tende a risolvere tutto con i farmaci. In questo modo i problemi psicologici non solo persistono, ma si trasformano in somatici e quindi vanno ad influire sulla salute fisica, infatti la Psicologia è diventata una professione sanitaria al pari della medicina.

Al terzo punto abbiamo gli interessi sociali. Qui abbiamo una grande divisione tra persone che si dedicherebbero solo alle amicizie e alle uscite, e dall’altra parte individui che preferiscono la solitudine.

Tendenzialmente nessuno può fare a meno dei contatti sociali, ma anche questo va regolato. Se una persona dedica troppo tempo agli amici lasciando poco spazio alle esigenze personali allora bisognerebbe andare verso un equilibrio più sano per se stessi. Come anche le persone troppo solitarie, ogni tanto avrebbero bisogno almeno di una telefonata con un amico, e come si dice, poche amicizie ma buone.

Al quarto punto abbiamo il tanto bistrattato ambito spirituale, sono davvero poche le persone che si dedicano alla riconciliazione interiore, ma senza di esso non avremmo una direzione e tantomeno una centratura nella vita. E non vuol dire solo “andare a messa”, può essere utile anche leggere un libro di filosofia o meditare.

Chiudiamo con gli aspetti lavorativi, si sa, la maggior parte delle persone fa un lavoro che non gli piace, si cerca di tirare avanti per sopravvivere, e di qui partono diversi disagi che vanno dalla salute fisica a quella mentale, ma in qualche modo si può avere cura anche di un lavoro che non ci piace.

Passiamo al test.

Vorrei che leggessi queste liste di “cose da fare” per avere un buon equilibrio nella vita, e semplicemente facessi caso a quali sono le attività che riesci a fare bene e quali no, e quindi considerare di concentrarti un pò di più sugli aspetti che trascuri per poter migliorare la tua vita.

Partiamo …

Cura della Salute Fisica

  • Riposare quando si è malati
  • Mangiare cibi sani
  • Mangiare regolarmente (almeno 3 volte al giorno)
  • Dormire a sufficienza
  • Svolgere attività divertenti
  • Indossare abiti che ti aiutino a sentirti bene
  • Esercizio fisico (ameno 3 volte a settimana)
  • Igiene e cura personale
  • Fare controlli periodici dal medico

Cura della Mente

  • Parlare dei propri problemi
  • Trovare modi per ridere
  • Fare qualcosa di rilassante
  • Fare passeggiate e vacanze
  • Riconoscere i propri successi e punti di forza
  • Esprimere i propri sentimenti in modo sano
  • Imparare cose nuove che non sono legate al lavoro
  • Allontanarsi dalle distrazioni
  • Coltivare un hobby
  • Prendersi tempo libero dagli impegni

Interessi Sociali

  • Restare in contatto con gli amici
  • Passare del tempo intimo con il partner
  • Fare attività divertenti con gli altri
  • Chiedere aiuto agli altri quando necessario
  • Incontrare nuove persone
  • Avere conversazioni stimolanti
  • Trascorrere del tempo con persone a cui si vuol bene

Cura dello Spirito

  • Apprezzare l’arte
  • Partecipare ad una causa ritenuta importante
  • Dedicare del tempo alla riflessione e al pensiero
  • Agire in conformità con i propri valori morali
  • Pregare o meditare
  • Riconoscere le cose che danno significato alla vita
  • Trascorrere del tempo nella natura

Cura del lavoro

  • Mantenere uno spazio di lavoro confortevole che permetta di avere successo
  • Mantenere equilibrio tra lavoro e vita privata
  • Fare delle pause
  • Trovare il tempo per parlare e costruire relazioni con colleghi
  • Imparare cose nuove relative al lavoro
  • Affrontare progetti gratificanti e interessanti
  • Dire no alle responsabilità eccessive
  • Migliorare le abilità professionali

Quasi sicuramente avrai notato degli squilibri.

Questo test ti può servire per investire più tempo ed energie nelle situazioni in cui sei deficitario.

A volte possono esserci situazioni psicologiche come Ansia, Depressione, Pensieri Ossessivi che impediscono di dedicarci ad ognuna delle sane attività della vita, in questo caso potrebbe esserci una parte di te, di cui non sei cosciente, che non sta funzionando correttamente

Contattami se hai bisogno di definire e risolvere quei problemi che ti tengono incastrato ad una vita che non vuoi.

Ti basta cliccare qui per scrivermi su WhatsApp

Buona Giornata
Dr. Fera Benedetto – Psicologo e Autore.

Lo Psicologo Gratis, Funziona?

Parliamo di una delle ricerche più in voga su Google: lo psicologo gratis.

Proprio qualche giorno fa, facendo alcune ricerche su Google Trends ho notato una decisiva tendenza da parte delle persone alla ricerca della parola “psicologo gratis”

Se non sai cos’è Google trends, ti dico brevemente che è un motore di ricerca dove si possono vedere le parole chiave maggiormente ricercate dalle persone per argomento.

La mia curiosità nella ricerca è stata spinta dalla personale esperienza di ricevere molti contatti da persone che scompaiono dopo il preventivo.

Perché le persone cercano uno psicologo gratis?

Probabilmente perché non possono permetterselo, e questo è comprensibile, oppure perché pensano che la salute mentale non sia così importante come quella fisica.

Infondo viviamo nell’era del consumo, quindi le persone si aspettano di pagare e ricevere in cambio qualcosa di materiale. La salute psicologica purtroppo è intangibile, ma è la persona stessa a percepire quanto è disabilitante.

È noto infatti, che una ragguardevole percentuale di malattie fisiche è dovuta alla persistenza di problemi psichici come Stress, Ansia, depressione e Attacchi di Panico.

Mi rendo conto che una persone che ha bisogno di aiuto potrebbe non voler pagare per parlare dei propri problemi. Lo psicologo non funzione come un amico con cui chiacchierare o lamentarsi della propria vita; è una persona che ha studiato delle tecniche scientificamente testate ed efficaci da applicare sul paziente.

Proprio queste tecniche di cui si è dimostrata l’efficacia hanno reso lo psicologo una figura sanitaria al pari dei medici.

È logico pensare che la salute mentale non sia da sottovalutare al pari di quella fisica, perché, ad esempio, se una gamba rotta non ti consente di andare a passeggiare, lo stesso vale per l’agorafobia che, no di certo, può essere curata dal medico.

Molte persone preferiscono i farmaci ansiolitici o antidepressivi, ma risolvono il problema?

No!! il farmaco non risolve il problema, ma riduce i sintomi.

Ad esempio se sei tanto ansioso che non riesci a studiare o ad uscire di casa, puoi prendere il farmaco e stare bene al momento, ma gli stessi sintomi si presenteranno ancora ed ancora ad ogni occasione, il risultato è che devi prendere il farmaco a vita. Considera tu stesso quanto conviene in termini di costi e benefici.

Il vantaggio dello psicologo è che fai un investimento una volta e per sempre, perché accede alla causa dei sintomi ansiosi, ne riconosce la valenza, li mette in discussione e li sostituisce con pensieri funzionali.

Mi rendo conto che il lavoro dello psicologo non si conosce abbastanza e spesso si pensa “non vado dallo psicologo, perché io non sono pazzo!!”. A parte che converrebbe farsi una domanda e chiedersi cosa sia la pazzia. I pazzi che intendete, probabilmente sono quelle persone che vanno in giro e parlano da sole, che molto probabilmente hanno un disturbo schizofrenico, e sono trattati dallo Psichiatra.

Lo Psichiatra ha un percorso diverso dallo Psicologo. Lo Psichiatra ha una laurea in medicina e può prescrivere farmaci, lo psicologo non è un medico, non può prescrivere farmici e lavora attraverso il colloquio clinico e tante altre tecniche come l’ipnosi, l’esmdr, e altro.

“Ho paura che lo psicologo mi legge la mente!”

Nessuno è capace di leggere nella mente degli altri, e all’università non ci hanno insegnato tecniche per leggere la mente, ma teorie e pratiche di cura e supporto.

Lo psicologo osserva la tua gestualità, il tono del tuo umore e i livelli d’ansia attraverso il modo di parlare, ascolta il tuo modo di pensare per cercare di mettersi nei tuoi panni, capire quali sono i pensieri disfunzionali, fa un’analisi attenta della persona, ma non legge la mente.

Molte persone non si rivolgono allo psicologo per paura di essere giudicate o perché si vergognano ad esprimere i loro disagi. Lo psicologo esiste proprio per questo motivo, perché è una persona preparata ad accogliere e comprendere ogni tipo di disagio senza giudicare.

Si pensa spesso di chiedere “consigli” allo psicologo, ma lo psicologo non da consigli, perché anche lo psicologo è un essere umano, ha le sue idee, i suoi valori, i suoi problemi, quindi qualcosa che potrebbe andar bene per lui potrebbe essere completamente inadeguata per te.

Noi esseri umani non siamo tutti uguali, ognuno ha dentro di se una precisa mappa!!

Forse penserai “quindi lo psicologo non ha bisogno dello psicologo”, assolutamente errato!!

Pur conoscendo il suo mestiere, spesso lo psicologo può cadere in stati ansiosi o depressivi, come qualsiasi altra persona. Per questo anche lo psicologo di solito si rivolge ad un collega e non di certo gratuitamente.

Pagare lo psicologo, vuol dire anche impegnarsi a stare meglio. Una volta che hai dato un valore pecuniario all’intervento psicologico, sarai più disposto all’ascolto, sarai più attento, e riuscirai ad usufruire maggiormente dell’aiuto. Al contrario ciò che è “gratis”, automaticamente viene percepito come di poco valore e questo va ad influenzare il successo della terapia.

Anche io la prima volta che sono andato in terapia ero scettico di dover pagare un prezzo cosi alto, ma sei mesi dopo, quando la mia vita è cambiata nettamente, ho pensato due cose: “è stato il miglior investimento della mia vita; sono stato scemo a non averlo fatto prima!!”

Come scegliere uno Psicologo?

Prima di tutto controlla che sia iscritto all’albo degli psicologi della tua regione.

Ad esempio io sono iscritto all’albo degli Psicologi di Puglia se clicchi qui ed inserisci il mio cognome “Fera”, mi troverai nella lista. Questa è già una garanzia che stai parlando con un professionista certificato.

Poi contattalo, e chiedigli se può occuparsi esattamente del tuo caso, in genere gli psicologi non si occupano di tutto, ma scelgono delle problematiche preferenziali dove riescono a lavorare meglio.

Funziona la terapia online?

Funziona per le terapie basate sul colloquio clinico, altre invece che prevedono dei protocolli pratici, come ad esempio l’ipnosi, necessitano di applicazione dal vivo.

Io mi occupo di Ansia, Depressione e Attacchi di Panico, negli adulti, applico percorsi di Parent Training nella gestione familiare di problematiche con i figli, e seguo studenti nella gestione dello studio e strategie di apprendimento. Svolgo l’attività in video consulenza in tutta Italia e all’estero.

Quindi se hai bisogno del mio aiuto contattami pure, ma se senti di non essere abbastanza motivato ad affrontare il tuo problema, o non sei disposto ad investire sul tuo benessere, mi dispiace ma non posso aiutarti.

Dr. Fera Benedetto
Psicologo

67 Domande per capire se tuo figlio ha Difficoltà Esecutive

Cosa sono le Funzioni Esecutive?

Sono le capacità organizzative e cognitive che ognuno di noi dovrebbe avere per gestire la vita e i problemi di tutti i giorni.

I bambini le imparano dai genitori oppure sono loro stessi a metterle in pratica in maniera naturale.

Ma cosa succede a “quegli altri” che sembrano essere “pigri, indolenti, procrastinatori, disordinati e disorganizzati”?

Beh i problemi sono tanti, e vanno dalle lotte per lo svolgimento dei compiti a casa, all’essere sempre in ritardo, oppure ancora non riuscire a gestire le reazioni impulsive.

Se tutto ciò ti suona familiare, ti consiglio di dare un’occhiata a queste domande e affermazioni, grazie alle quali potrai capire se tuo figlio ha delle difficoltà nelle funzioni esecutive.

Leggi fino alla fine, perché ti proporrò anche una soluzione!!

Pronti, partenza … VIA!!

  1. In passato, tuo figlio ha sempre fatto fatica a iniziare le attività in modo autonomo? 
  2. Tuo figlio dice spesso cose come: «Non so da dove iniziare»? 
  3. Tuo figlio ha spesso bisogno di incitamenti e del vostro intervento per iniziare a fare qualcosa? 
  4. Tuo figlio fa fatica a interrompere ciò che sta facendo per iniziare qualcosa di nuovo? 
  5. Diresti che è un «procrastinatore»? 
  6. Si lamenta spesso e cerca di rimandare quando gli si chiede di svolgere un’attività che non ama particolarmente?
  7. Mio figlio ha sempre agito impulsivamente, fin da quando era molto piccolo. 
  8. Mio figlio tende ad «agire prima di pensare» e fa sempre la prima cosa che gli passa per la testa.
  9. Ha molte difficoltà a ragionare in maniera ipotetica e a comportarsi di conseguenza (ad esempio: «Se finisco i compiti adesso, poi posso andare a giocare»). 
  10. Devo ricordargli costantemente di spegnere gli apparecchi elettronici (telefoni, computer, tablet, TV) quando è il momento di fare i compiti. 
  11. Fa fatica a pensare alle conseguenze dei suoi comportamenti. 
  12. È impulsivo nei lavori scolastici e domestici e commette errori di disattenzione.
  13. Avete l’impressione che vostro figlio non vi ascolti quando gli date delle istruzioni? 
  14. Ha difficoltà a dedicarsi a un’unica attività fino alla fine, specialmente se richiede pazienza e concentrazione? 
  15. Vi accorgete che presta attenzione a ogni rumore mentre fa i compiti? 
  16. Ha la tendenza ad andare fuori tema durante le conversazioni? 
  17. Si lamenta del fatto che concentrarsi è difficile? 
  18. I suoi insegnanti vi dicono che non riesce a stare concentrato in classe?
  19. Vostro figlio perde spesso la nozione di che ore sono? 
  20. Sottovaluta il tempo che occorre per completare una certa attività?
  21. Si pone obiettivi irrealistici su ciò che può riuscire a fare in un certo lasso di tempo? 
  22. Se voi non ricordaste a vostro figlio gli appuntamenti o le attività programmate, lui se le dimenticherebbe? 
  23. Si lamenta di non riuscire a terminare a scuola le verifiche entro il tempo stabilito? 
  24. Sembra non rendersi conto del tempo che passa?
  25. Ha difficoltà a seguire le istruzioni se c’è più di un passaggio. 
  26. Spesso deve rileggere ciò che ha appena letto per capirlo. 
  27. Deve scrivere tutte le cose da ricordare (ad esempio i compiti), altrimenti se ne dimentica. 
  28. Fa fatica a svolgere i calcoli a mente. 
  29. Ha difficoltà a compiere più di un’attività alla volta.
  30. Mio figlio si blocca cercando di risolvere un problema in un unico modo. 
  31. A volte insiste che il suo modo di svolgere i compiti è il migliore, anche se in realtà è una strategia inefficace.
  32. Nell’affrontare i problemi pensa in «bianco e nero», senza tenere conto delle varie sfumature. 
  33. Fa fatica ad adattarsi a nuove situazioni sociali e a comprendere le regole sociali non scritte. 
  34. A volte sembra adottare una mentalità del tipo «O si fa come dico io o niente» quando interagisce con gli altri bambini.
  35. Non mi pare che mio figlio si ponga degli obiettivi riguardo al lavoro scolastico. 
  36. Non sempre si rende conto di non aver capito un’attività scolastica. 
  37. Non sembra conoscere i suoi punti forti e i suoi punti deboli nello studio. 
  38. Raramente si organizza con un piano per studiare per una verifica o per svolgere un progetto a lungo termine. 
  39. Fa spesso errori nei compiti ma sembra che non se ne accorga.
  40. Non chiede aiuto per i compiti anche se dovrebbe.
  41. Non mi pare che mio figlio si ponga degli obiettivi riguardo al lavoro scolastico. 
  42. Non sempre si rende conto di non aver capito un’attività scolastica. 
  43. Non sembra conoscere i suoi punti forti e i suoi punti deboli nello studio. 
  44. Raramente si organizza con un piano per studiare per una verifica o per svolgere un progetto a lungo termine. 
  45. Fa spesso errori nei compiti ma sembra che non se ne accorga.
  46. Non chiede aiuto per i compiti anche se dovrebbe.
  47. Descriverei mio figlio come una persona altamente emotiva. 
  48. Il suo umore cambia molto rapidamente. 
  49. È sempre stato difficile calmarlo quando è agitato. 
  50. Trova subito punti di disaccordo o pretesti di litigio con adulti e compagni. 
  51. Quando viene corretto, ha forti reazioni emotive.
  52. Il suo comportamento è fuori controllo.
  53. Ogni tanto è giù di corda e fa fatica a tirarsi su di morale.
  54. Quando fa i lavori domestici «ha la testa da un’altra parte», quindi li esegue solo parzialmente o ci mette molto tempo. 
  55. Ha bisogno di molti incitamenti e richiami per svolgere i compiti fino alla fine. 
  56. Se non mi siedo al suo fianco mentre fa i compiti, non li finisce. 
  57. Sembra applicarsi solo nelle cose che gli piace fare. 
  58. Spesso gli insegnanti mi dicono che non porta a termine le esercitazioni in classe. 
  59. Quando fa i compiti ha un atteggiamento rinunciatario. 
  60. Non termina attività o progetti, neppure quando sono divertenti.
  61. Mio figlio porta il disordine ovunque vada. 
  62. Perde continuamente le sue cose: giacche, merende, compiti, libri e documenti importanti. 
  63. Sembra che non sappia dove mettere le cose, anche se glielo spiego. 
  64. I suoi quaderni non sono organizzati per materia, ma ci si trovano fogli e schede di tutte le materie in ordine casuale, senza una logica. 
  65. Spesso dimentica a casa libri, quaderni o altro materiale scolastico. 
  66. Mi contatta spesso da scuola per chiedergli di portargli qualcosa che ha dimenticato. 
  67. La sua scrivania è disordinata e disorganizzata.

Se hai risposto SI a molte di queste domande, la situazione è abbastanza grave e probabilmente la situazione in casa è già abbastanza al limite.

La prima buona notizia è che queste difficoltà possono essere risolte attraverso l’apprendimento di nuove strategie.

La seconda buona notizia: è in partenza un corso in cui imparerai le migliori strategie per affrontare queste difficoltà!!

In particolare parleremo della top 10 delle funzioni esecutive:

  1. Avvio delle attività
  2. Inibizione delle reazioni istintuali
  3. Concentrazione
  4. Gestione del tempo
  5. Memoria di lavoro
  6. Flessibilità
  7. Autoregolazione
  8. Autocontrollo Emotivo
  9. Completamento delle attività
  10. Organizzazione

Il corso parte il giorno 14 Gennaio (domani) alle ore 18:00!!

Il tutto si svolge online, in video diretta, attraverso un evento privato su Facebook.

Probabilmente starai pensando che non potrai seguirlo per motivi di lavoro!! Per questo ti informo che le lezioni rimarranno registrate e potrai seguirle quando per te è più comodo!!

Per partecipare ti basterà andare a questo link e cliccare sulla voce “ottieni accesso” Il costo è di 39,99. (La procedura è molto semplice e avviene come un normale acquisto online.)

Ti aspetto dall’altra parte dello schermo.

Clicca sul link: https://fb.me/e/1hc05f1Kx

La dislessia è invisibile, ti racconto la storia di Steven e la gara dei 100 metri.

Ad una gara dei 100 metri, sono stati chiamati a partecipare 10 bambini.

Steven è uno di questi ed è particolarmente robusto.

Guardandosi intorno nota che tutti gli altri partecipanti sono snelli e scattanti.

Un bel problema per Steven, in palio c’è una votazione che va da 1 a 10, questo voto andrà ad influire sul rendimento scolastico dello studente.

Nella mente di Steven iniziano a farsi spazio diversi pensieri:

“non ce la posso fare”
“sono grasso”
“sono tutti migliori di me”.

Questi pensieri lo portano ad essere triste ed estremamente ansioso.

Questi sentimenti vanno ad influire non solo sulla prestazione di Steven, ma anche sulla sua Autstima!

Purtroppo Steven non può scegliere e per regolamento deve dare il meglio di se a tutti i costi.

Sulla riga di partenza Steven si prepara e allo sparo parte cercando di raggiungere la massima velocità.

Purtroppo Steven è goffo e lento e tutti i suoi compagni lo guardano deridendolo.

Oltre al danno anche la beffa, Steven è costretto a subire bullismo da parte dei compagni…. e non solo …. anche l’insegnante lo incita creando ancora più aspettative disattese nella mente del ragazzo.

Steven finisce la gara umiliato, è arrivato ultimo e si sente uno straccio, è sfinito fisicamente e mentalmente.

Ho raccontato questa storia per fare luce su una difficoltà che si svolge tutti i giorni in molte scuole di Italia e del mondo.

Infatti la stessa cosa succede ad un bambino con DSA quando gli viene chiesto di leggere davanti a tutti.

Lo studente è pienamente consapevole di non avere le stesse capacità degli altri nella lettura, ma agli occhi di tutti il ragazzo appare intelligente e in salute!

Se nel caso di Steven è abbastanza evidente la sua struttura fisica corpulenta che non è fatta per la velocità, nel caso dello studente con DSA è invisibile.

Lo studente dislessico si approccerà alla lettura in maniera lenta e goffa e molto probabilmente verrà deriso dai compagni !

Anche in questo caso Ansia e tristezza avranno la meglio.

Queste emozioni reiterate nel tempo creano una personalità fragile con una scarsa considerazione di se, ed a volte con gravi risvolti inaspettati.

Cosa ci insegna questa storia?
1. Non sempre le difficoltà sono evidenti!
2. Siamo tutti diversi ed ognuno ha un talento
3. Sarebbe opportuno offrire a tutti la possibilità di farcela.

Qual’è il ruolo dell’adulto?
1. cercare di capire quali sono i talenti dei bambini.
2. Potenziare e lodare le capacità.
3. Incoraggiare e supportare nelle difficoltà.

Spero che questa storia molto chiara possa aiutare a comprende meglio le difficoltà invisibili.

Dr. Fera Benedetto, psicologo e autore de il bambino dimenticato

Gruppo di Ascolto DSA per Genitori

Lo scopo del gruppo di Ascolto, è quella di mettere a confronto e supportare le esperienze dei genitori con i comportamenti disfunzionali dei propri figli.

Lo psicologo come moderatore, ha lo scopo di fornire ascolto e strumenti per affrontare al meglio alcune dinamiche familiari che spesso si instaurano in casa.

Spesso si entra in un vortice di cattive abitudine e di lotte quotidiane.

Questo gruppo è consigliato a genitori che vogliono cercare di mettere ordine nel rapporto con i figli e mettere fine a comportamenti disfunzionali come:

  • Comportamenti oppositivi e provoacatori;
  • Scarsa organizzazione dello spazio e del tempo;
  • Difficoltà nell’autogestione;
  • Regolazione emotiva e sensoriale.

Gli incontri si svolgeranno una volta a settimana, a partire dal mese di Gennaio.

La durata di ogni incontro sarà di 2 ore per offrire ad ognuno lo spazio necessario

Il tutto si svolgerà online sulla piattaforma Google Meet, molto semplice da utilizzare.

Il gruppo sarà composto da massimo 5 persone e si svolgerà nella fascia oraria 18-20.

Il giorno verrà deciso in seguito in base alle vostre preferenze.

Compila il modulo di seguito se sei interessata a partecipare, in seguito verrai informata su tutti i dettagli.

Tutti i dati che inserirai saranno protetti e riservati al solo fine del gruppo di ascolto

Tragedia a scuola, 14enne cade dalla finestra del secondo piano.

Le indagini sono in corso sulla tragedia avvenuta a Ruvo di Puglia per lo studente di 14 anni che a quanto pare si è lasciato cadere dalla finestra del secondo piano.

Questo è quanto riferiscono i compagni di classe che hanno tentato di farlo desistere.

Si parla di un’interrogazione a sorpresa che ha colto impreparati la maggior parte degli studenti.

Può uno studente togliersi la vita per un brutto voto? E sarà davvero questa la causa?

Di sicuro lo sapremo dalle indagini, allo stato attuale è poco accreditata la strada di un gesto involontario, a quanto pare il ragazzo ha scelto volontariamente di lanciarsi.

Come è potuto succedere?

Non possiamo sapere la storia di questo ragazzo e cosa c’è dietro quel brutto gesto, magari una bassa stima di se, oppure la paure delle conseguenze legate al brutto voto.

A questo punto prenderei l’esempio in questione per fare un’analisi su più larga scala riguardo al valore del voto, e quindi del giudizio, nelle scuole.

A che serve il voto?

A questa domanda molti non sanno bene cosa rispondere, in genere si risponde che il voto è un punto di partenza per capire la preparazione dello studente e di tutta la classe, in teoria dovrebbe essere un feedback da parte dell’insegnante per far comprendere al ragazzo il livello della sua preparazione.

Ma è davvero cosi?

Tutti noi siamo andati a scuola e sappiamo che nella maggior parte dei casi il voto viene usato come un’arma intimidatoria, come uno strumento punitivo.

Anche nel caso di voti alti, spesso lo studente entra in un vortice di ansia per cercare di mantenere la media alta e non deludere le aspettative.

Alla fine dei conti la classe diventa un luogo stratificato fatto dai più bravi, dai mesi, e dai più somari!

Ma questa realtà è del tutto alterata perché chiunque di noi può fare mente locale e rendersi conto che un buon rendimento scolastico non garantisce un percorso lavorativo brillante, anzi spesso ho notato il contrario.

Molti esempi si vedono nella storia, grandi scienziati ed imprenditori, non erano delle cime a scuola, vedi Einstein, Steve Jobs …

Quindi a che serve il voto?

A mio parere il voto serve solo agli insegnanti.

Degli effetti sui ragazzi non ne abbiamo mai parlato, non so perché ci interessa poco.

Spesso l’aggravante è che molti genitori inveiscono contro i figli per invogliarli a studiare di più, peggiorando la situazione e schierandosi dalla parte del più forte.

Non siamo tutti uguali, e quindi anche l’effetto di un brutto voto cambia da una persona all’altra.

Ho parlato spesso di alta sensibilità, di un modo “diverso” di reagire agli stimoli esterni.

Anche se vi sembrerà impossibile, una persona particolarmente sensibile, può provare un dolore e un terrore cosi forti nel ricevere un giudizio negativo che in un particolare momento potrebbero anche lasciarsi andare ad un gesto estremo, e non sarebbe la prima volta che sentiamo parlare di gesti estremi compiuti in situazioni che apparentemente, per i più, potrebbero sembrare indifferenti o neutrali, non solo a scuola.

Ma restiamo sempre collegati all’idea che non siamo tutti uguali e i principi scolastici possono essere vissuti in maniera traumatica per alcuni di noi.

A volte non ti uccidono, ma ti segnano per tutta la vita!

Quindi di chi è la colpa, dove sta l’errore?

Se la scuola non cambia, continueremo a creare generazioni di persone annoiate, con complessi di personalità, bassa autostima, ansia, depressione, senza aspettative e senza un’idea chiara di chi sono e di dove stanno andando.

La scuola dovrebbe essere la fucina del futuro, il posto dove i ragazzi si preparano alla vita, ma alla loro vita!!! non a quella di 100 anni fa, dove la scuola aveva un senso per essere assunti in fabbrica.

Oggi l’unico modo per mettersi al passo coi tempi è quello di cercare di capire le capacità di ogni ragazzo che vanno oltre la lettura la scrittura e il calcolo, questo non ci basta più.

Non è più sufficiente saper leggere e scrivere per avere un futuro, non è più sufficiente imparare a memoria nozioni.

Il mondo di oggi richiede altissima specializzazione e non preparazioni generiche.

L’dea è una scuola ad imbuto, dove all’inizio del percorso scolastico (scuola primaria) la preparazione preveda più offerta, con proposte che vanno oltre la didattica, e quindi l’approccio all’arte e al saper fare, il poter sperimentare tutti i rami della conoscenza e dei mestieri, per poter vedere dove lo studente spicca e dove dovrebbe impegnare di più le sue energie e dove meno.

Questa è una scuola che ha senso, una scuola che ti accompagna verso il futuro, una scuola che ti aiuta a scoprire le tue capacità, dove l’adulto non ha bisogno di giudicare quello che sai fare, ma ti accompagna verso la strada più adatta a te.

Se la scuola esiste per la preparazione delle nuove generazioni al futuro, non può essere altro che questa la mission, oggi invece siamo ancora a tirare le somme con modelli basati sulla stratificazione e il massimo rendimento, in pratica impariamo tutti le stesse cose, lo dobbiamo fare al meglio altrimenti riceviamo un brutto voto, per poi ottenere cosa? un posto di lavoro? magari!!! Sappiamo che nella maggior parte dei casi non è cosi, e la maggior parte degli studenti esce da scuola senza un’idea precisa sul futuro e si du se.

Che senso ha punire con un brutto voto se un ragazzo anche impegnandosi non ci riesce?

Che senso ha terrorizzare con l’interrogazione a sorpresa?

Che senso ha minacciare gli studenti con i voti?

è davvero questa la scuola?

è davvero questo che serve al futuro dei ragazzi?

Dobbiamo svegliarci e capire che la scuola non è più funzionale alla vita del bambino, in generale, e sopratutto a quello di oggi!

A differenza di noi adulti, I bambini sognano e sta a noi adulti regalargli dei posti da favola La scuola dei miei sogni

Dislessia e Dispercezione Visiva: hai controllato BENE la vista di tuo figlio?

Sai cosa sono i Prismi Percettivi Attivi? possono essere usati anche nei casi di DSA per correggere una Dispercezione visiva.

Una delle indagini più importanti da fare su un bambino che legge o scrive male è la visita oculistica, che esclude che tuo figlio abbia dei problemi a livello visivo.

Già nel precedente articolo ho parlato di un problema presente in una percentuale di DSA nella percezione della luminosità detta Sindrome di Irlen, clicca qui se vuoi leggerlo.

Oggi parliamo della dispercezione visiva, e cioè di come l’occhio fa arrivare gli stimoli esterni al cervello.

Succede in alcuni bambini con difficoltà nella lettura e nella scrittura, che gli occhi non siano perfettamente allineati, ma abbiano un leggero disallineamento.

Spesso non si vede ad occhio nudo, per questo motivo è importante verificare attraverso una visita specialistica.

Premetto che non sono un medico e tantomeno uno specialista della vista, ma voglio usare il mio canale per mettere in evidenza una conoscenza a mio parere molto importante.

Il fatto importante, è che voi sappiate che non è solo la vista in se che bisogna controllare.

Di solito nella normale visita oculistica, il medico controlla la salute dell’occhio, ma quello che non fa è valutare la mobilità dell’occhio, e cioè se i muscoli oculomotori sono coordinati e quindi trasmettano un’immagine coerente della realtà.

Cosa succede se c’è un leggere disallineamento delle pupille?

In genere si vede leggermente doppio, ma è una disfunzione talmente leggere che il cervello si abitua, la tollera e la corregge a modo suo.

Questo disallineamento può dare diversi problemi:

  1. saltare le righe durante la lettura
  2. leggere molto lentamente
  3. leggere una parola per un’altra
  4. scrittura illegibile
  5. scrittura disallineata e fuori dal rigo.
  6. larghezza delle lettere scritte non omogenea.

Quali sono i primi segnali?

Fate caso se vostro figlio si avvicina molto al foglio oppure inclina la testa quando legge, scrive o disegna. Questi sono le modalità con le quali il cervello tenta di allineare le immagini che arrivano dall’esterno.

Le figure che possono occuparsi di questo problema sono i medici oculisti ortottisti e oftalmologi che, attraverso una visita, possono valutare ed eventualmente prescrivere i “prismi percettivi attivi” che sono delle particolari lenti da applicare agli occhiali.

I Prismi Percettivi Attivi sono stati scoperti dal Dott. Orlando Alves Da Silva (qui il suo sito web). I suoi studi di carattere internazionale sono trattati in tante università europee.

Il risultato è quasi immediato perché questi prismi, attraverso una rifrazione della luce, correggono il movimento dei muscoli oculomotori che finalmente possono allinearsi e vedere correttamente, ci sono delle prove cliniche che ne dimostrano l’efficacia nella lettura e nella scrittura con e senza prismi

Questo trattamento non risolve la Dislessia, ma sicuramente può migliorare le condizioni di difficoltà.

A mio parere è opportuno fare una visita specialistica per valutare questo difetto della vista.

Specialisti che in Italia si occupano di questa difficoltà:

Sono davvero in pochi ad occuparsi di questo problema, ti conviene fare una ricerca su internet mettendo il nome della tua città, ad es: ” nome della tua città trattamento dsa prismi percettivi attivi”.

Dr. Fera Benedetto, Psicologo esperto DSA, Autore.