Che tristezza il ritorno a scuola.
Inizi a rivivere quel momento già qualche giorno prima che arrivi.
Ogni volta che ci pensi senti passare una piccola lama nella gola, sai già che ti mancherà l’aria.
Indossi il grembiule, segno che bisogna rispettare una forma e un’ordine che sia uguale per tutti.
Non ho mai accettato di essere uguale agli altri, non mi è mai piaciuto confondermi tra la folla.
Entri in classe ed hai ancora negli occhi le distese di sabbia e il mare limpido, i grandi prati e gli alberi secolari su cui hai passato la maggior parte del tempo.
Entri in classe ed hai ancora nel naso il profumo del mare e della campagna.
Entri in classe ed hai ancora nelle orecchie lo scrosciare delle onde e il cinguettio degli uccelli.
Entri in classe e sembra che il mondo si sia fermato.
Sembra che non ci sia scampo da questa scatola inodore e inerte.
Senti solo l’odore dei compagni e del gesso.
Senti la morte nel cuore perché dovrai stare seduto per 6 ore, tutti i giorni ad ascoltare noiosissime lezioni di cui nulla ti interessa.
E cosi piano piano la mente annichilisce…
E cosi inizi a pensare che per un bambino non c’è scampo perché nessuno ti ascolta…
Non c’è scelta, devi andare a scuola e perdere qualcosa della meraviglia del mondo.
Benny Fera
psicologo dislessico e autore
I miei libri:
Il bambino dimenticato (autobiografico)
Benny fuori classe
Come vivere da dislessico
Dislessia: quale scuola?