Lo Psicologo Gratis, Funziona?

Parliamo di una delle ricerche più in voga su Google: lo psicologo gratis.

Proprio qualche giorno fa, facendo alcune ricerche su Google Trends ho notato una decisiva tendenza da parte delle persone alla ricerca della parola “psicologo gratis”

Se non sai cos’è Google trends, ti dico brevemente che è un motore di ricerca dove si possono vedere le parole chiave maggiormente ricercate dalle persone per argomento.

La mia curiosità nella ricerca è stata spinta dalla personale esperienza di ricevere molti contatti da persone che scompaiono dopo il preventivo.

Perché le persone cercano uno psicologo gratis?

Probabilmente perché non possono permetterselo, e questo è comprensibile, oppure perché pensano che la salute mentale non sia così importante come quella fisica.

Infondo viviamo nell’era del consumo, quindi le persone si aspettano di pagare e ricevere in cambio qualcosa di materiale. La salute psicologica purtroppo è intangibile, ma è la persona stessa a percepire quanto è disabilitante.

È noto infatti, che una ragguardevole percentuale di malattie fisiche è dovuta alla persistenza di problemi psichici come Stress, Ansia, depressione e Attacchi di Panico.

Mi rendo conto che una persone che ha bisogno di aiuto potrebbe non voler pagare per parlare dei propri problemi. Lo psicologo non funzione come un amico con cui chiacchierare o lamentarsi della propria vita; è una persona che ha studiato delle tecniche scientificamente testate ed efficaci da applicare sul paziente.

Proprio queste tecniche di cui si è dimostrata l’efficacia hanno reso lo psicologo una figura sanitaria al pari dei medici.

È logico pensare che la salute mentale non sia da sottovalutare al pari di quella fisica, perché, ad esempio, se una gamba rotta non ti consente di andare a passeggiare, lo stesso vale per l’agorafobia che, no di certo, può essere curata dal medico.

Molte persone preferiscono i farmaci ansiolitici o antidepressivi, ma risolvono il problema?

No!! il farmaco non risolve il problema, ma riduce i sintomi.

Ad esempio se sei tanto ansioso che non riesci a studiare o ad uscire di casa, puoi prendere il farmaco e stare bene al momento, ma gli stessi sintomi si presenteranno ancora ed ancora ad ogni occasione, il risultato è che devi prendere il farmaco a vita. Considera tu stesso quanto conviene in termini di costi e benefici.

Il vantaggio dello psicologo è che fai un investimento una volta e per sempre, perché accede alla causa dei sintomi ansiosi, ne riconosce la valenza, li mette in discussione e li sostituisce con pensieri funzionali.

Mi rendo conto che il lavoro dello psicologo non si conosce abbastanza e spesso si pensa “non vado dallo psicologo, perché io non sono pazzo!!”. A parte che converrebbe farsi una domanda e chiedersi cosa sia la pazzia. I pazzi che intendete, probabilmente sono quelle persone che vanno in giro e parlano da sole, che molto probabilmente hanno un disturbo schizofrenico, e sono trattati dallo Psichiatra.

Lo Psichiatra ha un percorso diverso dallo Psicologo. Lo Psichiatra ha una laurea in medicina e può prescrivere farmaci, lo psicologo non è un medico, non può prescrivere farmici e lavora attraverso il colloquio clinico e tante altre tecniche come l’ipnosi, l’esmdr, e altro.

“Ho paura che lo psicologo mi legge la mente!”

Nessuno è capace di leggere nella mente degli altri, e all’università non ci hanno insegnato tecniche per leggere la mente, ma teorie e pratiche di cura e supporto.

Lo psicologo osserva la tua gestualità, il tono del tuo umore e i livelli d’ansia attraverso il modo di parlare, ascolta il tuo modo di pensare per cercare di mettersi nei tuoi panni, capire quali sono i pensieri disfunzionali, fa un’analisi attenta della persona, ma non legge la mente.

Molte persone non si rivolgono allo psicologo per paura di essere giudicate o perché si vergognano ad esprimere i loro disagi. Lo psicologo esiste proprio per questo motivo, perché è una persona preparata ad accogliere e comprendere ogni tipo di disagio senza giudicare.

Si pensa spesso di chiedere “consigli” allo psicologo, ma lo psicologo non da consigli, perché anche lo psicologo è un essere umano, ha le sue idee, i suoi valori, i suoi problemi, quindi qualcosa che potrebbe andar bene per lui potrebbe essere completamente inadeguata per te.

Noi esseri umani non siamo tutti uguali, ognuno ha dentro di se una precisa mappa!!

Forse penserai “quindi lo psicologo non ha bisogno dello psicologo”, assolutamente errato!!

Pur conoscendo il suo mestiere, spesso lo psicologo può cadere in stati ansiosi o depressivi, come qualsiasi altra persona. Per questo anche lo psicologo di solito si rivolge ad un collega e non di certo gratuitamente.

Pagare lo psicologo, vuol dire anche impegnarsi a stare meglio. Una volta che hai dato un valore pecuniario all’intervento psicologico, sarai più disposto all’ascolto, sarai più attento, e riuscirai ad usufruire maggiormente dell’aiuto. Al contrario ciò che è “gratis”, automaticamente viene percepito come di poco valore e questo va ad influenzare il successo della terapia.

Anche io la prima volta che sono andato in terapia ero scettico di dover pagare un prezzo cosi alto, ma sei mesi dopo, quando la mia vita è cambiata nettamente, ho pensato due cose: “è stato il miglior investimento della mia vita; sono stato scemo a non averlo fatto prima!!”

Come scegliere uno Psicologo?

Prima di tutto controlla che sia iscritto all’albo degli psicologi della tua regione.

Ad esempio io sono iscritto all’albo degli Psicologi di Puglia se clicchi qui ed inserisci il mio cognome “Fera”, mi troverai nella lista. Questa è già una garanzia che stai parlando con un professionista certificato.

Poi contattalo, e chiedigli se può occuparsi esattamente del tuo caso, in genere gli psicologi non si occupano di tutto, ma scelgono delle problematiche preferenziali dove riescono a lavorare meglio.

Funziona la terapia online?

Funziona per le terapie basate sul colloquio clinico, altre invece che prevedono dei protocolli pratici, come ad esempio l’ipnosi, necessitano di applicazione dal vivo.

Io mi occupo di Ansia, Depressione e Attacchi di Panico, negli adulti, applico percorsi di Parent Training nella gestione familiare di problematiche con i figli, e seguo studenti nella gestione dello studio e strategie di apprendimento. Svolgo l’attività in video consulenza in tutta Italia e all’estero.

Quindi se hai bisogno del mio aiuto contattami pure, ma se senti di non essere abbastanza motivato ad affrontare il tuo problema, o non sei disposto ad investire sul tuo benessere, mi dispiace ma non posso aiutarti.

Dr. Fera Benedetto
Psicologo

Quanto è importante il test di intelligenza nei DSA?

Il testi di intelligenza non è la verità assoluta!

Mi scrive una mamma

“Mio figlio ha fatto il test di intelligenza con risultato Q.I. = 71; ho paura che gli insegnanti si facciano pregiudizi su di lui! Non riesco ad accettare il fatto che si debba giudicare una persona in base ad un numero; lei ci crede in questi test?”

La mia prima reazione a questo messaggio è stato di smarrimento.

Questa mamma ha ragione, ma come avrei potuto aiutarla?

Ad oggi nella diagnosi di DSA è previsto un test di Intelligenza (di solito la WISC), che serve a garantire che le difficolta di apprendimento non siano dovuti ad un livello cognitivo sotto la media, solo successivamente si procede con i Test Specifici di lettura, scrittura e calcolo previsti per il DSA.

Non abbiamo alternativa, a meno che il genitori non si rifiuti di sottoporre il figlio a diagnosi, il test di intelligenza è un processo obbligato perché la scuola ha bisogno di certificati per procedere con il Piano Didattico Personalizzato.

Da parte mia come psicologo trovo questo anti etico, mi rifiuto di pensare che bambini in tenera età debbano essere sottoposti allo stress di una diagnosi alla neuropsichiatria infantile a meno che non ci siano rilevanti problemi che mettano In pericolo la sua vita.

Ma attualmente la scuola vuole questo, che tu la voglia chiamare diagnosi o certificazione, è l’unico mezzo oggi nelle scuole per poter “aiutare” questi bambini.

In quanto al test di intelligenza, quanto è credibile?

Non è la verità assoluta.

Il test di intelligenza è solo un riferimento in base ad un campione normativo della popolazione.

Questo vuol dire che questo test è stato costruito tarandolo su un campione di bambini (non tutti i bambini del mondo).

Questo test ci da semplicemente un riferimento su quale dovrebbe essere la media di intelligenza sotto la quale non si dovrebbe scendere per poter svolgere le normali funzioni cognitive e sociali.

Le prove del test comprendono domande di logica, conoscenze generali, Problem solving, memoria… che servono a mettere alla prova le abilità del bambino e calcolare, attraverso il punteggio ottenuto, a che livello si posiziona rispetto al campione normativo.

Spesso si ha la tendenza a credere troppo nei numeri e nelle classificazioni per una questione di comodità.

Tra l’altro non è detto che avere una intelligenza sopra la media sia positivo … anzi!

Spesso essere troppo intelligente crea dei problemi a livello sociale, ti senti solo, perché non provi interesse per quello che fanno i bambini della tua età, e quindi spesso si viene esclusi.

L’ansia del genitore è giustificata, nessuno vuole vedere il proprio figlio etichettato, e tanto meno a nessun genitore piace sentirsi dire che il proprio figlio ha un’intelligenza sotto la media.

La nostra società dovrebbe basarsi sui valori della fratellanza, della condivisione, della crescita personale, dell’indipendenza.

Al contrario la società di oggi si basa sulla competizione.

Una competizione che ha reso la nostra vita estenuante e piena di ansie.

Cari genitori, almeno voi nella vostra famiglia, sforzatevi di accettare i vostri figli per quello che sono e non per come li vorreste.

Questa corsa ad essere il primo non ci porterà da nessuna parte.

Benny Fera
Psicologo e Autore

Il bambino dimenticato
Come viviere da dislessico
La scuola dei miei sogni
Dislessia: quale scuola?
Ti ho lasciato un bacio in stazione
Benny fuori classe

Quando il cervello diventa tuo nemico.

L’autostima dipende si costruisce attraverso l’immagine che i nostri educatori ci restituiscono

A volte il cervello può diventare nostro nemico. Questo dipende dalle esperienze che abbiamo vissuto Queste esperienze creano una traccia indelebile nel nostro cervello … l’educazione che riceviamo da piccoli è l’impronta che costituisce la nostra personalità. Da grandi saremo il frutto dei semi che sono stati piantati nella nostra mente. Quali semi? I semi sono quello che ci hanno detto o insegnato i nostri educatori, che siano genitori o insegnanti. Quando siamo piccoli noi crediamo ad ogni parola che essi ci dicono e finiamo anche per farle diventare una parte di noi … Non solo! Queste parole, giudizi e credenze diventano parte integrante della nostra autostima. Funziona proprio così lo sviluppo della personalità, sopratutto dell’autostima. Nel nostro cervello si creano congiunzioni neurali che forniscono alla persona una immagine di se. Sono stato un asino a scuola! Queste mie difficoltà hanno creato intorno a me un mondo ostile. Gli insegnati mi mettevano brutti voti, note sul diario e mi dicevano chiaramente che ero un asino! I miei genitori perdevano la fiducia in me a causa degli scarsi risultati scolastici. I loro giudizi hanno creato in me una immagine di fallito. Ammetto che fino all’età di 30 anni non ho fatto nulla per stare meglio. Ero convinto di essere una nullità. Ero convinto che la mia vita fosse inutile. Ci sono voluti 2 anni di psicoterapia per trasformare l’idea che mi ero fatto di me. Lo psicologo mi ha dato delle alternative al mio pensiero … Se prima ero convinto di essere un completo fallimento, un po’ alla volta ho deciso di darmi una possibilità. Se la maggior parte delle persone non hanno creduto in me, non è detto che io non possa crederci. Si è formato un nuovo pensiero nella mia mente, che corrisponde ad un altro fascio di neuroni che invita al cambiamento e a nuove possibilità. Oggi lavoro per tutti quei bambini che soffrono la scuola … Vorrei che a loro fosse data un’alternativa, altrimenti finiranno tutti come me … E spesso non sono storie a lieto fine come la la mia. Benny Fera Psicologo e Autore Il bambino dimenticato Come viviere da dislessico La scuola dei miei sogni Dislessia: quale scuola? Ti ho lasciato un bacio in stazione Benny fuori classe

9 consigli per genitori di bambini indaco

Sono bambini speciali, spesso non è facile approcciarsi a loro, ecco alcuni consigli…

Chi è il bambino indaco?

In questo blog ne ho parlato in un articolo precedente che puoi trovare qui

Adesso che sai chi sono, da genitore potresti aver riconosciuto alcune caratteristiche del bambino indaco in tuo figlio!

Ecco pronti per te 9 consigli utili su come approcciarsi al meglio a questi bambini.

Sono consigli preziosi in quanto i genitori non sanno proprio come comportarsi in questi casi:

  1. Trattateli con rispetto. Onorato la loro presenza nella vostra famiglia.
  2. Aiutateli a crearsi le soluzioni relative alle questioni di disciplina che li riguardano.
  3. Offrite loro delle scelte, su qualunque cosa!
  4. Non li sminuite-Non fatelo mai!
  5. Spiegate sempre perché fornite loro determinate istruzioni. Ascoltate voi stessi mentre date le spiegazioni. Rivedete le vostre istruzioni e cambiatele. I bambini che rispetteranno e vi aspetteranno. Ma se date loro ordini di in maniera autoritaria e dittatoriale, questi bambini vi distruggeranno. Non mi obbediranno, per di più, vi faranno la lista di cosa c’è che non va nelle vostre richieste. Talvolta vi basterà una semplice spiegazione. L’onestà vincerà su tutto, come nessun altra cosa. I bambini rifletteranno, e poi faranno quello che chiedete.
  6. Fate di loro dei consoci, mentre li educate. Riflettete molto su questo aspetto!
  7. Quando sono piccoli, spiegate loro tutto ciò che state facendo. Loro non capiranno le parole, ma la vostra consapevolezza e il rispetto che mostrate verso di loro saranno captati. È un grosso aiuto preparatorio per quando cominceranno a parlare.
  8. Fornite loro un sostegno in cui sia presente la componente della sicurezza. Evitate le critiche negative. Fate loro comprendere che li sostenete sempre nel loro attività. Spesso vi stupiranno nel rispondere alle vostre condivisioni verbali. Poi, festeggiati insieme! Non forzateli a raggiungere dei risultati, lasciate invece che lo facciano col vostro incoraggiamento.
  9. Non dite loro chi sono ora, Pochi diventeranno poi; loro lo sanno meglio di voi. Lasciate che siano loro a decidere quali interessi nutrire. Non forzateli a svolgere professioni o affari di famiglia specifici solo perché rappresentano consuetudini che la vostra famiglia ha seguito per generazioni. Questo tipo di bambino non sarà assolutamente una persona che vi imiterà.

Abbiamo aggiunto un altro tassello alla conoscenza di un fenomeno ancora molto sconosciuto, quello dei bambini indaco.

Pensi che questi consigli possano esserti utili?

Benny Fera
Psicologo e Autore

Il bambino dimenticato
Come viviere da dislessico
La scuola dei miei sogni
Dislessia: quale scuola?
Ti ho lasciato un bacio in stazione
Benny fuori classe

10 caratteristiche del bambino indaco

leggi le caratteristiche del bambino indaco e dimmi se ti sono familiari

Viene da porsi la domanda

Problematici o dotati?

Spesso i bambini indaco vengono scambiati per bambini con DSA, ma chi lo dice che anche i bambino con DSA non abbiamo le stesse caratteristiche dei bambini indaco?

Per questo motivo la dottoressa Doreen Virtue ha stilato una lista di 11 caratteristiche per identificare il bambino indaco?

qui n basso potete leggere gli 11 punti:

  1. È molto sensibile.
  2. Ho una quantità eccessiva di energia.
  3. Si annoia facilmente – può sembrare che abbiamo livello breve di attenzione.
  4. Ha bisogno di adulti emozionalmente stabili e sicuri intorno a sé.
  5. Fa resistenza all’ autorità se non è democraticamente orientata.
  6. Ha modalità di apprendimento preferenziali, specialmente in lettura è matematica.
  7. Può facilmente diventare frustrato perché ha delle grandi idee ma gli mancano risorse e persone che l’assistono nel realizzare questi compiti.
  8. apprende a livello esplorativo fa resistenza all’imparare le cose a memoria o solo ascoltando.
  9. Non riesce a stare tranquillamente seduto a meno ché non si assorto in qualcosa che lo interessi.
  10. È molto sensibile: ha molte paure, come quella della morte o della perdita dei suoi cari
  11. Se sperimenta il fallimento da piccolo può diventare la rinunciatario e sviluppare blocchi l’apprendimento permanenti.

Avete un figlio con DSA?

pensate di esserlo voi stessi?

queste 11 caratteristiche vi risultano familiari?

scrivilo nei commenti.

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Quando la diagnosi di DSA non è corretta

Una tipologia di bambini con caratteristiche geneticamente evolute che risultano essere poco conformi agli schemi ed alle regole sociale.

Non mi sono mai piaciute le etichetta!

A maggior ragione quando si tratta di bambini.

La mia missione infatti è quella di far capire qualcosa di alquanto scontato

E cioè che non sono i bambini “disturbati”, ma la scuola!!!

Ho sentito parlare di ADHD, DDA, DSA, ma non vedo ancora all’orizzonte la giusta soluzione.

Proprio oggi ho iniziato la lettura di un nuovo libro: “i bambini indaco”.

Una tipologia di bambini con caratteristiche geneticamente evolute che risultano essere poco conformi agli schemi ed alle regole sociale.

Si definiscono come bambini “evoluti”, in realtà mi sembra abbastanza ovvio che la genetica dell’essere umano si stia evolvendo, al contrario del sistema scolastico che nella maggior parte dei casi resta parecchio indietro

E chi ne fa le spese?

Ovviamente i bambini, che pur di essere “controllati” vengono diagnosticati in ogni modo.

Spesso i bambini indaco vendono diagnosticati come DSA, DDA, ADHD, senza pensare che sono semplicemente bambini molto attivi con una vivace intelligenza.

Sono bambini che si oppongono al sistema scolastico ed alle regole sociali.

Sono quei bambini che hanno delle soluzione proprie ai problemi e spesso sfuggono al controllo.

Nella nostra società non è accettato l’anticonformismo, spesso viene schernito o addirittura represso nei bambini.

Senza pensare a qualcosa che ci dovrebbe far riflettere!

E cioè che questi bambini, venuti tra di noi, ci sono per far capire al mondo che le cose non vanno bene cosi come sono, ma bisogna cambiarle!

Invece di restare adulti cocciuti e chiusi ak confronto, sforziamoci di essere un po’ più aperti e di ricordare una cosa fondamentale:

Non siete più intelligenti dei bambini, voi avete solo più esperienza!!

Vi lascio qui sotto alcune caratteristiche che contraddistinguono il bambino indaco:

  • Vengono al mondo con un senso di legalità (è spesso si comportano di conseguenza).
  • Hanno la sensazione di “meritare di essere qui” e sono sorpresi quando gli altri non lo condividono.
  • L’autostima per loro non costituisce un problema. Spesso sono loro stessi a dire ai genitori “chi sono”.
  • Hanno problemi con l’autorità assoluta (che non dà spiegazioni né scelte)
  • Si rifiutano di fare determinare cose, ad esempio, fare la fila è difficile per loro.
  • Diventano frustrati se costretti a interagire in sistemi orientati ritualisticamente, che non richiedono il ricorso al pensiero creativo.
  • Spesso intravedono un modo migliore per fare le cose, sia a casa che a scuola, il che li fa sembrare dei “demolitori di sistemi” (non si conformano a nessun sistema).
  • Appaiono antisociali, a meno che non siano circondati da persone simili a loro. Se non hanno intorno persone con una consapevolezza simili alla loro, spesso si chiudono in se stessi, avendo la sensazione che nessun altro essere umano li capisca. La scuola spesso rappresenta per loro una prova estremamente difficile a livello sociale.
  • Non rispondono alla disciplina che instilla il “senso di colpa” (del tipo “Aspetta di vedere cosa succede quando torna a casa tuo padre e vede cosa hai fatto”).
  • Non sono timidi nel farvi sapere ciò di cui hanno bisogno.

Hai ritrovato alcune di queste caratteristiche in te stesso o tuo figlio?

Scrivi nei commenti

chi è Il bambino indaco

Anticonformisti rispetto ad ogni sistema, precoci, intuitivi, creativi, innovatori, sensitivi.

In questo periodo mi sentirete spesso parlare di “bambino indaco”

Ho iniziato la lettura del libro intitolato i bambini indaco di Lee Carroll e Jan Tober

Sono rimasto molto affascinato dalla descrizione sul retro di copertina per questo vorrei condividerla con voi:

I bambini indaco sono bambini e bambine che sembrano dotati di un nuovo patrimonio genetico, di straordinari e rari attributi psicologici molto diversi da quelli riscontrati fino ad ora. Potrebbero realmente rappresentare il prossimo livello dell’evoluzione umana.

Anticonformisti rispetto ad ogni sistema, precoci, intuitivi, creativi, innovatori, sensitivi. Faticano ad accettare metodi educativi tradizionali e rifiutano a priori l’autorità di genitori insegnanti.

Troppo spesso a questi bambini vengono diagnosticati disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e iperattivismo.

Per aiutarli a raggiungere l’equilibrio e l’armonia, è necessario che genitori insegnanti diventino consapevoli delle loro eccezionali caratteristiche e instaurino un rapporto basato su amore, rispetto benevolenza; infatti atteggiamenti rigidi e repressivi possono provocare reazioni imprevedibili, Talvolta anche molto violente, e causare gravi danni psicologici.

Medici, educatori, psicologi, spiegano il fenomeno degli indaco per aiutare a identificare strategie utiliMetodi, resoconti, commenti, store di esperti qualificati che si occupano dell’infanzia.

Che però si riferisce solo al passato: l’idea dell’arrivo sul pianeta la nuova conoscenza umana, non è facilmente ammissibile.

Un libro fondamentale per genitori educatori e bambini particolarmente dirigenti attivi.

Scommetto che questa descrizione ha impressionato anche voi…

Conoscete I bambini indaco?

Vi invito a seguire questo blog per restare aggiornati sui prossimi articoli e quindi anche su questo affascinante fenomeno!