La personalità dislessica #1

Lascia che i bambini siano liberi di imparare

Nel meraviglioso contesto di Forte  Marghera, Mestre, abbiamo concluso la rassegna del corso di artigianato. Abbiamo ospitato 50 bambini abbastanza liberi 🙂 Una giornata che definirei “alla conquista dell’adulto” Personalmente credo alla parità e al non giudizio. Con i bambini mi lascio andare senza paura, e loro lo sanno. Quando vedono un adulto disponibile a giocare con loro e ad ascoltarli, sono attratti da un rapporto magnetico. Mi hanno accettato in qualsiasi loro gioco segreto. Mi hanno ingaggiato in tutte le loro attività. Non lo permettono a tutti, perché si tratta della loro fantasia, e sanno che spesso l’adulto è pronto ad interrompere la magia. Ho conquistato la loro fiducia.
  • Lotta
  • Corsa
  • Solletico
  • Recitazione
  • Rap cantato
  • Esplorazione
  • Scoperta di animali
  • Gioco simbolico
  • Il volo
  • Domande
  • Lancio dei sassi
  • Riflessioni sul comportamento
  • Sistemazione tavoli e sedie
Ho notato che hanno una voglia pazza di collaborare in qualsiasi lavoro tu faccia. Molto spesso noi adulti evitiamo ai bambini alcuni lavori, ma non sono d’accordo, se i bambini vogliono, a modo loro, possono dare una mano. Quando mi chiedevano: “posso aiutarti?!?” Per me era come sentire: “posso imparare?!” La mia risposta è stata sempre si! Giocare con i bambini è l’unico modo per imparare insieme a loro. Il gioco è il momento in cui sono nel massimo dell’apprendimento. Arriva sempre l’occasione per offrirgli un tassello in più alla loro conoscenza. Basta aspettare che le domande arrivino spontaneamente. Le limitazioni che imponiamo ai bambini, sono frutto delle nostre paure . I bambini vedono nell’adulto una figura di riferimento. Hanno una voglia pazza di scoprire l’adulto senza maschere e di farlo entrare nel loro mondo. Io sto con i bambini, perché sono puri, sinceri, felici, liberi …. La natura è la droga più potente per i bambini. Liberiamo i bambini dalle mura scolastiche. Benny Fera Psicologo dislessico e Autore Servizio di formazione e sensibilizzazione DSA Il bambino dimenticato Come viviere da dislessico La scuola dei miei sogni Dislessia: quale scuola? Ti ho lasciato un bacio in stazione Benny fuori classe

Il diritto del bambino al rispetto

Bellissimo libro quello del dottor Korczak dal titolo “il diritto del bambino al rispetto” Un pediatra votato all’educazione e alla difesa dei diritti dei bambini al tempo delle dittature. Lo definirei un manuale. Contiene tutte le informazioni sul punto di vista del bambino, che noi adulti non vediamo. La tendenza del l’adulto è quella di prevaricare i bambini. Di usare la forza fisica e psicologica su di loro. La naturale libertà del bambino, mette in difficoltà l’adulto che vive in schemi prestabiliti. Mi ha riportato indietro nel tempo. Quando ero piccolo, le fatiche che dovevo sopportare a causa della scuola erano enormi. Costretto a stare attento e immobile in classe. Costretto a studiare a casa con la forza. Urlavo spesso ai miei genitori: “Io non dovevo nascere! Perché mi avete fatto nascere!” Parole dettate dalla sofferenza. Leggete il libro è liberatevi dal pregiudizio, i bambini vi faranno conoscere la libertà che avete dimenticato. Clicca qui per acquistare il libro Benny Fera Psicologo dislessico e Autore Servizio di formazione e sensibilizzazione DSA Il bambino dimenticato Come viviere da dislessico La scuola dei miei sogni Dislessia: quale scuola? Ti ho lasciato un bacio in stazione Benny fuori classe

L’angolo di mamma Bettina #6: La torre di Pisa

Non riesco a contenere la gioia per aver conosciuto Bettina 😀

i suoi racconti sono meravigliosi.

Una volta a settimana mi manda un suo articolo con una storia, ed ogni volta sono impaziente nel leggerla.

Il suo contributo è molto prezioso, perché riesce a posizionarmi dal punto di vista del genitore (ignorante e non)

Buona lettura…

… ma sopratutto buon divertimento 😉

La torre di Pisa

caro-libri

Oramai sono un disco rotto. Quando sento un genitore lamentarsi del proprio figlio dislessico, faccio sempre la stessa domanda: Hai spiegato a tuo figlio cosa è la dislessia?

-Sì… che è lento! (1)

-Certo. Gli ho detto che lui ha difficoltà nella lettura e nella scrittura, poi anche a contare a mente. (2)

-Sì, sa che deve lavorare di più degli altri. (3)

Provo a imboccare la strada della neurodiversità. Capisco dai loro occhi che non vogliono capire. Proprio non ce la fanno ad accettare qualcuno che ragioni in maniera differente. La sola cosa importante è che sappia leggere e scrivere bene senza pensare che la letto-scrittura è solo UNO dei modi per comunicare.

Poi provo a mettermi nei panni di quel figlio quando un compagno gli farà questa domanda: perché sei lento? Perché non leggi e non scrivi bene? Come può quel figlio trovare la risposta che metta a tacere la curiosità degli altri e il proprio senso di inadeguatezza?

  1. C. è in quinta elementare. Quest’anno scolastico lo abbiamo passato a creare schemi, mappe, tabelle, disegni, etc. giusti per lei. Molti li ha fatti da sola perché è lei a decidere quale strumento le è utile. Nessun altro potrebbe saperlo. Ha i libri che hanno tutti i compagni. I quaderni che hanno tutti i compagni. E’ già molto materiale.
  2. in più degli altri ha un fascicolo per ogni materia, suddiviso per argomento, evidenziato con i colori, ogni fascicolo ha sottofascicoli contenenti il suo materiale personalizzato. Totale: grammatica-antologia-mate-scienze-geometria-geografia-storia-inglese

(8 fascicoli+2 astucci: uno come gli altri, uno con una serie di pennarelli colorati e foglietti adesivi).

E’ l’ultimo giorno di scuola e chiedo a C. se ha bisogno che io salga in classe per aiutarla a portare a casa tutto il materiale. Ci pensa e risponde di no. -Ce la posso fare da sola, mi dice.

In classe, tutti da almeno 30 minuti stanno raccogliendo il materiale da portare via. C. ha un grande zaino a rotelle, prima però deposita sul banco, uno sopra l’altro, libri, fascicoli e fogli. Una compagna di classe, inizia a ridere, a C. le cose cadono continuamente dal banco, cerca di farne una pila ma non ci riesce. Il suo zaino è già pieno e ci sono ancora cose da portar via. Altri compagni iniziano con i loro risolini, la maestra dice  a C. di sbrigarsi che la campanella è già suonata.

La compagna si avvicina e dice a C. –Ma che stai facendo? Non sei capace di fare le cose.

  1. osserva il suo banco, vede una pila di quaderni, fogli, fascicoli. E’ alta, storta, ma sta in piedi.

E’ lei che ride ora.

-Tu hai 4 quaderni… risponde. –Io invece sono capace di mettere nello zaino la Torre di Pisa!

clicca qui per la storia n. 7

Benny e Bettina

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