Carl Philip, il principe dislessico

Tanto onore al Principe Carl Philip principe di Svezia per aver dichiarato in pubblico di essere dislessico.

Tanto onore al Principe Carl Philip principe di Svezia per aver dichiarato in pubblico di essere dislessico.

Dichiara di non riuscire a leggere le favole ai propri figli e spesso da giovane veniva schernito e bullizzato per queste sue difficoltà.

La dirette conseguenza di sentirsi “diverso” è sempre la bassa autostima!

Non è mai facile dichiarare la propria sofferenza

La paura è sempre quella di essere presi d’assalto da qualche ignorante di turno.

É stata la mia stessa paura quando ho decido di aprire questo blog!

Ero intimorito, non sapevo se scrivere la mia storia o meno.

La mia sensibilità poteva facilmente essere ferita o calpestata!

Ci ho pensato un po’ prima di scrivere e pubblicare il mio primo articolo.

Per fortuna tutto e andato bene, anzi si sono avvicinate a me persone fantastiche.

Fino al punto di scrivere un libro sulla mia storia “il bambino dimenticato” che ha avuto grande successo e consenso.

Il principe Carl si accorgerà ben presto di tutta l’empatia e la sensibilità che riceverà dopo questa sua dichiarazione.

Le persone come noi hanno una spiccata empatia e sanno sempre come accogliere i cuori infranti.

Auguro al principe che questa sua dichiarazione posso dargli una nuova forza, una nuova consapevolezza che lo porti ad essere fiero di se, ad accrescere la sua autostima.

Basti dire che lui ha vinto la missione più bella della vita umana: La famiglia

Carl famiglia

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DSA trasmissibile, la testimonianza di Alessia

“La diagnosi di DSA era percepita come una malattia trasmissibile!”

Il Sabato è dedicato alle testimonianze.

Oggi diamo voce ad Alessia, una ragazza che frequenta la scuola e vuole raccontare la sue esperienza con i compagni e i professori:

Ciao, io sono Alessia, frequento l’ultimo anno di superiori e sono DSA.

Ho perso un anno, poi ho cambiato scuola e vi dirò, “menomale!!”

Non mi trovavo bene con i compagni e tanto meno i prof.

La diagnosi di DSA in quel periodo scolastico era percepita da loro come una malattia trasmissibile!

E ciò non mi faceva stare bene per niente.

Per fortuna le cose sono cambiate e tra qualche mese sarò libera a tutti gli effetti! nonostante questa specie di sfogo.

Ci tenevo a dirti che nelle cose che scrivi mi ci rivedo molto, non solo perché è una situazione che vivo in prima persona, ma anche perché mi piace ciò che scrivi.

Ti ammiro tanto, continua così🍀💙

Cara Alessia, sono felice che tu sia riuscita ad uscire da quella brutta situazione!

Purtroppo la formazione e sensibilizzazione nelle scuole non è mai abbastanza!

Chissà forse un giorno andrò a fare uno dei miei convegni nella scuola dove ti trattavano male e alla fine capiranno!

Giusto per informazione del pubblico la dislessia e i DSA non sono una malattia e tanto meno trasmissibile!

Stiamo parlando di una caratteristica di cui la maggior parte di voi non proverà mai la meraviglia ❤

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Raccontami anche tu la tua esperienza, la pubblicheremo sabato prossimo!

Grazie da Benny Fera, psicologo dislessico e autore de “il bambino dimenticato”

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Leonardo Da Vinci scriveva al contrario

“La semplicità è estrema perfezione”

Segni particolari

Era Mancino e scriveva al contrario da destra a sinistra

Professione

Artista, matematico, inventore, scrittore

I suo successi

L’ultima cena, la gioconda.

 

Rendimento scolastico

scarso!

Era mancino ed era capace di scrivere al contrario, da destra a sinistra, ma la sua scrittura era pessima.

Scriveva come parlava, cioè in dialetto toscano.

Spesso gli mancavano le parole per esprimere un concetto. Oggi sappiamo che nei Disturbi di Apprendimento sono comprese anche queste difficoltà.

Il padre, viste le sue grandi doti artistiche decise di affidarlo a dei grandi maestri come il Verrocchio.

Spesso ci ritroviamo davanti a DSA con spiccate doti creative, ma spesso non vengono sfruttare, il padre di Leonardo doveva essere intelligente come lui 😉

Leonardo era convinto che l’arte più grande fosse la pittura, per lui la visto era molto importante. Si può definire un pensatore visuo-spaziale, caratteristica delle menti DSA.

Inventava marchingegni ti ogni tipo, questa lista è da pelle d’oca:

  • carri armati
  • mitraglie
  • bombarde a ripetizione
  • canali
  • dighe
  • catapulte
  • ali
  • elicotteri

I materiali dell’epoca (1400) non consentivano ad elicotteri e alianti di prendere il volo, ma questi progetti sono stati ripresi in futuro e realizzati.

Fu anche architetto, musicista e cuoco. 

Caratteristica di queste persone, oltre una grande intelligenza, i DSA non entrano negli schemi e nelle etichette. Loro riescono ad intraprendere diverse strade nella loro vita, se solo la loro creatività viene lasciata libera.

Leonardo era un grande appassionato di natura, passava ore ed ore ad osservare e disegnare uccelli, pesci, organi, piante.

 

Prendeva spunto dalla natura per le sue grandi invenzioni.

Leonardo Da Vinci è stato un precursore in molte scienze, seppure i suoi ragionamenti fossero molto originali, le conclusioni di Leonardo erano incredibilmente esatte.

Si parla spesso di questa spiccata dote dei DSA, trovare soluzioni nuove ai problemi.

Purtroppo a scuola si richiede una procedura precisa che non può essere cambiata, questo va a discapito della creatività insita nel dislessico.

Fu lui che scopri che l’età degli alberi si riconosce contando i cerchi concentrici all’interno della sezione.

albero sezione.jpg

Voglio concludere con queste bellissime considerazioni di Leonardo:

“L’esperienza diretta della natura, insieme all’osservazione dei fenomeni è molto maggiore più degna cosa a leggere” perché i libri dei grandi scienziati erano scritti grazie all’esperienza diretta.

“Coloro che citano le opere di altri scienziati vanno in giro gonfi e pomposi, vestiti o ornati, non delle loro, ma delle altrui fatiche”

disse anche: “Sono illetterato. Dovreste preferire un buono scienziato senza abilità letterarie a un letterato senza abilità scientifiche”

Beh che dire!!!

A me Leonardo mi gasa di brutto!

E tu? quanto ti ritrovi nel suo modo di pensare? 

scrivilo nei commenti e condividi

Alcuni pezzi sono tratti dal libro Storie di straordinaria dislessia di Rossella grenci

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Ciao sono Benny e voglio raccontarti la mia avventura con la dislessia

Nella mia vita ho vissuto sempre con una grande domanda in testa:

“che problema ho? perché mi sento diverso dagli altri?”

Non scorderò mai le parole di mio padre che ad ogni mia stravaganza mi diceva “figlio mio tu sei tutto speciale”. Continua a leggere “Ciao sono Benny e voglio raccontarti la mia avventura con la dislessia”

Mal di scuola

La sofferenza mentale reiterata porta al dolore anche nel corpo

Stanotte ho fatto un incubo.

Un incubo ricorrente.

Quello di tornare a scuola tra i banchi carico di ansia. Continua a leggere “Mal di scuola”

Il bambino dimenticato, il libro che è arrivato al cuore del mondo DSA

Un libro testimonianza che ha cambiato il modo di vedere i DSA.

Un viaggio nella mente DSA attraverso la testimonianza dell’autore

Un libro che ha toccato il cuore di molti genitori ed insegnanti.

Il bambino dimenticato ha cambiato il modo di vedere i DSA e la scuola.

leggi le prime 10 pagine gratis clicca qui

Nel video che segue, una breve presentazione del libro.

Cosa dicono i lettori del Bambino Dimenticato

L’autore dice:

Ho capito molte cose sulla dislessia, sopratutto che non è un problema nella vita, ma soltanto nella scuola, dove veniamo trattati come “diversi”.

Adesso non solo leggo molti libri, ma addirittura ne ho scritto uno tutto mio.

Ho scoperto che i libri non sono tutti uguali, infatti i libri più belli evocano emozioni e vivide immagini.

É proprio questo che ho cercato di fare con il bambino dimenticato, evocare emozioni parlando delle mie emozioni, dei miei ricordi, delle mie sofferenze, mettendomi completamente a nudo.

I genitori hanno ritrovato nel libro molte caratteristiche del loro figlio e non si sentono più sole.

Alcuni insegnanti hanno trovato un’ottima testimonianza per essere più attenti e sensibili verso alcuni bambini.

I bambini si sono divertiti molto leggendo il bambino dimenticato, perché una parte del libro racconta anche le stravaganze di un bambino DSA.

Molti ragazzi come me hanno scoperto di essere dislessici leggendo il bambino dimenticato e hanno trovato la carica e la voglia per cambiare vita.

il bambino dimenticato dimostra che la sofferenza non è sempre un male, ma diventa una risorsa per cambiare vita.

Vi auguro una buona lettura

clicca qui per acquistare Il Bambino Dimenticato

Mamma Bettina: Messaggio dal Cuore

Vorrei farvi leggere questo racconto di Mamma Bettina che tocca il cuore

L’impegno di un genitore che va oltre le apparenze e i luoghi comuni,

Bettina è un esempio di mamma che ha cambiato il volto della Dislessia, almeno per i suoi figli.

Buona lettura

Alle 15.00 oggi porto i miei ragazzi in piscina, li lascio da soli con tutte le raccomandazioni del caso, giro con l’auto e torno verso la collina. Mi squillano:-Mamma c’è un problema!
-Quale?
-G. che doveva venire qui in piscina con noi non viene, ha appena telefonato. La sua mamma è appena tornata a casa stanca morta dal lavoro, ora dorme e gli ha detto che lui in piscina non ci può andare perché:
-1 è stanca per accompagnarlo fin lì;
-2 ha soldi interi (100 euro) e il biglietto pomeridiano costa 4 euro, lui non può tenersi in tasca tutto il resto… se glielo rubano?
-Beh, fate senza G. allora… pazienza!
-Mamma, G. è triste e noi lo volevamo qui con noi.
Sapete come è andata a finire?
Mi passano sul cell. Il numero di G. e io lo chiamo. Parlo con lui, mi ribadisce la stessa cosa. Gli dico di andare a svegliare sua madre, di dirle che io sto andando a prenderlo e che pagherò io il biglietto, che intanto lui si prepari e scenda in strada ad attendermi. –Non posso svegliarla, dice lui…. –Sì che puoi, dille che è colpa mia.
Così… torno indietro di 7 km, lui parla con la madre e mi attende. Lo accompagno fino in piscina, all’ingresso e ad aspettarlo ci sono i suoi amici, i miei due ragazzi, che lo accolgono col sorriso sulla bocca.
-Grazie mamma!
-Ora vado però… e vedete di non rompere da questo momento fino al rientro. Ci sorridiamo.
Come quella volta…
Cosa c’entra questo pubblicato qui in un gruppo sulla dislessia?
C’entra invece. Io oggi sono tornata indietro sotto il sole bollente, come ho fatto anni fa. Quella volta che mi dissero che C era dislessica e I. era Bes. Tornai indietro a rileggere con la memoria tutte le volte che mi avevano detto:
-leggo e non capisco;
-scrivo a scuola e sudo dentro;
Un giorno C. mi chiese espressamente: -Mamma ma io ho problemi seri?
Risi e dissi di no. Risposi che lei aveva un pensiero talmente veloce da conoscere le soluzioni ai problemi immaginando; che la dislessia era una capacità che io non possedevo.
-ma sei sicura mamma? Perché tutti mi dicono che ho problemi e mi trattano come una deficiente.
-Tutti chi? Io non lo penso, tuo padre nemmeno e I. ti adora.
-Ma gli altri sì però…
-Dì loro che non sanno cosa si perdono a essere dislessici. Che si divertano pure a imparare a memoria le poesie e le tabelline, una mente dislessica ha altro a cui deve lavorare.
Anche quella volta i miei ragazzi, mi sorrisero.
Di uno di quei sorrisi che ti invadono e che ti fanno capire che sei sulla strada giusta.
Quella che hai trovato tornando indietro.
(BB)

….

Benny e Bettina

 

 

L’angolo di mamma Bettina #6: La torre di Pisa

Non riesco a contenere la gioia per aver conosciuto Bettina 😀

i suoi racconti sono meravigliosi.

Una volta a settimana mi manda un suo articolo con una storia, ed ogni volta sono impaziente nel leggerla.

Il suo contributo è molto prezioso, perché riesce a posizionarmi dal punto di vista del genitore (ignorante e non)

Buona lettura…

… ma sopratutto buon divertimento 😉

La torre di Pisa

caro-libri

Oramai sono un disco rotto. Quando sento un genitore lamentarsi del proprio figlio dislessico, faccio sempre la stessa domanda: Hai spiegato a tuo figlio cosa è la dislessia?

-Sì… che è lento! (1)

-Certo. Gli ho detto che lui ha difficoltà nella lettura e nella scrittura, poi anche a contare a mente. (2)

-Sì, sa che deve lavorare di più degli altri. (3)

Provo a imboccare la strada della neurodiversità. Capisco dai loro occhi che non vogliono capire. Proprio non ce la fanno ad accettare qualcuno che ragioni in maniera differente. La sola cosa importante è che sappia leggere e scrivere bene senza pensare che la letto-scrittura è solo UNO dei modi per comunicare.

Poi provo a mettermi nei panni di quel figlio quando un compagno gli farà questa domanda: perché sei lento? Perché non leggi e non scrivi bene? Come può quel figlio trovare la risposta che metta a tacere la curiosità degli altri e il proprio senso di inadeguatezza?

  1. C. è in quinta elementare. Quest’anno scolastico lo abbiamo passato a creare schemi, mappe, tabelle, disegni, etc. giusti per lei. Molti li ha fatti da sola perché è lei a decidere quale strumento le è utile. Nessun altro potrebbe saperlo. Ha i libri che hanno tutti i compagni. I quaderni che hanno tutti i compagni. E’ già molto materiale.
  2. in più degli altri ha un fascicolo per ogni materia, suddiviso per argomento, evidenziato con i colori, ogni fascicolo ha sottofascicoli contenenti il suo materiale personalizzato. Totale: grammatica-antologia-mate-scienze-geometria-geografia-storia-inglese

(8 fascicoli+2 astucci: uno come gli altri, uno con una serie di pennarelli colorati e foglietti adesivi).

E’ l’ultimo giorno di scuola e chiedo a C. se ha bisogno che io salga in classe per aiutarla a portare a casa tutto il materiale. Ci pensa e risponde di no. -Ce la posso fare da sola, mi dice.

In classe, tutti da almeno 30 minuti stanno raccogliendo il materiale da portare via. C. ha un grande zaino a rotelle, prima però deposita sul banco, uno sopra l’altro, libri, fascicoli e fogli. Una compagna di classe, inizia a ridere, a C. le cose cadono continuamente dal banco, cerca di farne una pila ma non ci riesce. Il suo zaino è già pieno e ci sono ancora cose da portar via. Altri compagni iniziano con i loro risolini, la maestra dice  a C. di sbrigarsi che la campanella è già suonata.

La compagna si avvicina e dice a C. –Ma che stai facendo? Non sei capace di fare le cose.

  1. osserva il suo banco, vede una pila di quaderni, fogli, fascicoli. E’ alta, storta, ma sta in piedi.

E’ lei che ride ora.

-Tu hai 4 quaderni… risponde. –Io invece sono capace di mettere nello zaino la Torre di Pisa!

clicca qui per la storia n. 7

Benny e Bettina